Comitato Aeroporto: “vigili sui soldi che la politica dice di investire sul Pitagora”
Il Comitato cittadino Aeroporto Crotone manifesta ancora una volta dinnanzi ad uno stato di precarietà dei servizi aeroportuali di cui “nessuno parla, tutti proni a reclamare i meriti degli oneri di servizio di cui vedremo forse i voli da luglio ma le cui conseguenze si potrebbero abbattere sul nostro piccolo scalo come una scure crudele già fra 2 anni. I cittadini hanno dimenticato facilmente che il contentino degli oneri di servizio non sono la soluzione ed in un recente passato cioè nell'anno 2013, sono stati applicati gli oneri e non hanno migliorato la precarietà del Pitagora ma soltanto accentuato la gravità della situazione quando gli stessi sono cessati. Nel 2016 l'aeroporto venne chiuso per poche migliaia di euro e nessuno si preoccupò di prolungare la sua agonia mantenendo gli oneri di servizio”.
“I piccoli aeroporti italiani, come quello di Crotone, sono “malati”! – alza la voce - divorano soldi pubblici con la responsabilità della politica, di Enac e del Ministero dei Trasporti che non ha ancora riorganizzato il sistema aeroportuale italiano proprio partendo dagli aeroporti minori. Solo con la ristrutturazione sistematica e totale del sistema aeroportuale italiano si può togliere lo scalo crotonese, e tanti altri come Taranto, Reggio Calabria, Trapani, dall'agonia gestionale e ridare speranza ai rispettivi territori di non esser isolati”.
“Gli aeroporti minori possono diventare un punto di forza, secondo noi, perché hanno dei margini di crescita altissimi mentre aeroporti grandi come Malpensa, Fiumicino, Venezia a causa del già elevato volume di traffico difficilmente potranno ampliarsi, se non con costi altissimi ricordiamo Malpensa 2000. In tal senso – avanzano dal Comitato - portare alla massima efficienza i piccoli aeroporti potrà permettere a tutta la nostra nazione di migliorare drasticamente i trasporti all'interno dell'intera penisola sfruttando infrastrutture già esistenti, in attesa che strade e ferrovie vengano realizzate in tanti territorio come quello crotonese che ne è privo”!
“La strada più semplice degli oneri di servizio è stata intrapresa ma forse non era la migliore. Il futuro di Crotone dipende da ciò ed è per questo che ora più che mai dobbiamo esser vigili sui soldi che la politica dice di investire sul nostro scalo, nonostante, Sacal non abbia mai reso pubblico il suo piano di industriale. Tutti questi soldi un domani, ormai prossimo, potrebbero esser etichettati nuovamente come spreco davanti ai cittadini italiani, esempio tipico, i vari servizi televisivi che non hanno mai sottolineato la gravità della situazione infrastrutturale nella nostra terra ma bensì i vari finanziamenti avuti a fronte di una scarsa attività volativa – concludono.
“Oltre alla riorganizzazione dei piccoli aeroporti, già a dicembre 2018 abbiamo proposto al Ministro di allora Toninelli la rimodulazione delle addizionali comunali sugli imbarchi. È assurdo per noi crotonesi pensare che su ogni imbarco da Crotone si paghi la stessa cifra di Milano, circa 7,50 euro. È assurdo che di questi soldi neppure un centesimo ritorni ai comuni del territorio ed è ancora più assurdo che 5 euro vengano incassati dall'Inps per un fondo pensione speciale. Ogni mese, il piccolo scalo crotonese, paga circa 50.000 euro all'INPS, tramite le addizionali nel silenzio di tutti. Con il cuore di chi lotta da 3 anni chiediamo a tutti i cittadini della provincia di Crotone di partecipare alla manifestazione del 26 ottobre alle 10.30, in occasione dell'ultimo volo per Norimberga in aeroporto”- concludono.