Duemila euro per corsi Oss fasulli e nessuna pratica: così “aggiustavano” i test

Cosenza Cronaca

Pagavano duemila euro per frequentare finti corsi teorico-pratici in cui veniva offerta una formazione professionale del tutto inadeguata, molto distante dagli standard previsti dalla norma vigente.

Ma i partecipanti non solo non avevano frequentato un corso almeno per mille ore, ma non avevano effettuato 450 ore di tirocinio presso strutture sanitarie accreditate.

Solo alcuni di loro avrebbero svolto volontariato in strutture socio-assistenziali dell’hinterland cosentino, mentre per molti altri la formazione pratica sarebbe stata data per assolta pur non avendo mai messo piede in una struttura.

Al termine di questi percorsi formativi, gli indagati fornivano anticipatamente le soluzioni alle domande dei test degli esami finali, raccomandandosi di impararle a memoria.

Le prove erano svolte a Napoli, dove gli allievi venivano accompagnati a con pullman noleggiati dalla stessa associazione, e avvenivano dinnanzi alla commissione ufficiale della Regione Campania, ignara del reale percorso formativo dei corsisti.

LE INDAGINI

Per questo motivo i carabinieri del Gruppo Tutela della Salute di Napoli, con il supporto dei Comandi Provinciali di Cosenza, Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia, nonché dei NAS di Roma, Bologna, Latina, Torino, Cremona, Treviso ed Alessandria, hanno eseguito - nell'ambito dell'operazione "Ponzi", un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Castrovillari, su richiesta della locale Procura delle Repubblica, nei confronti di sei presunti componenti del “gruppo” che, per gli inquirenti, farebbero parte di un’associazione a delinquere finalizzata al rilascio di falsi diplomi di Operatore Socio Sanitario (QUI).

La Procura ha poi disposto il sequestro di 291 titoli di qualifica professionale illecitamente rilasciati ad altrettanti soggetti.

I destinatari del provvedimento sono quattro imprenditori operanti nel settore degli istituti di formazione professionale, due residenti nell’hinterland cosentino e due nel napoletano, e due dipendenti dell’ASP di Cosenza.

Stando alle indagini svolte dal Nas bruzio, sotto il coordinamento del Procuratore Capo di Castrovillari Eugenio Facciolla e del Sostituto Antonino Iannotta, i fermati avrebbero organizzato, negli anni 2015/2017, oltre 30 corsi di Operatore Socio Sanitario ed Operatore Socio Sanitario con formazione complementare, attraverso una scuola professionale costituita ad Altomonte, denominata Sud Europa, e risultata priva di accreditamento alla Regione Calabria.

LA GESTIONE DEI CORSI

La didattica sarebbe stata gestita in modo superficiale, perché le lezioni sarebbero state tenute all’interno di locali del C.A.P.T., l’ex ospedale di Trebisacce, dove lavorano due degli arrestati, il tutto con il fine di fornire agli allievi una parvenza di prestigio e ufficialità ai corsi.

In un secondo moment l’Azienda Sanitaria di Cosenza era venuta a conoscenza dello svolgimento dei corsi in carenza di qualsiasi autorizzazione, e le lezioni erano così proseguite in un hotel di Trebisacce, nonostante la richiesta da parte dell’Asp di cessare le attività.

Il sistema, infatti, era reso possibile dall’apporto determinante di due dei presunti sodali, i rappresentanti di altrettanti istituti di formazione regolarmente accreditati presso la Regione Campania, il Sadra ed il Check Up Formazione che, stando alle indagini, avrebbero costruito un percorso formativo falso per gli allievi provenienti dalla scuola Sud Europa.

Gli enti di formazione avrebbero addirittura inserito gli alunni negli elenchi dei propri corsi di Oss e Osss, facendo così risultare che gli studenti calabresi avevano frequentato le lezioni teoriche presso le aule Sadra e Check Up e i periodi di tirocinio nelle Case di Cura Villa Angela di Napoli e Ios Meluccio di Pomigliano D’Arco, dove in realtà non avevano mai messo piede.

IL SEQUESTRO

Proprio per questi motivi, l’Autorità Giudiziaria ha anche disposto il sequestro dei 291 titoli ritenuti come conseguiti illecitamente, e che in queste ore sono sottoposti a sequestro penale da parte dei Carabinieri su tutto il territorio nazionale.

Il giro d’affari prodotto, per il solo periodo oggetto d’indagine, ammonterebbe ad oltre 570 mila euro, anch’essi - in queste ore - sottoposti a sequestro preventivo sui conto correnti della Scuola Sud Europa e degli indagati.