Gallo (FI): “dipendenti della Provincia senza stipendio e Oliverio che fa?”
“Niente soldi dalla Regione, niente stipendi. E adesso i servizi erogati dalla Provincia di Cosenza rischiano il blocco”.
Lo denuncia il consigliere regionale Gianluca Gallo, rilanciando l’eco delle iniziative già promosse da Cgil, Cisl e Uil per ottenere lo sblocco delle risorse regionali e governative necessarie per garantire il pagamento dei salari a centinaia di lavoratori.
“La situazione – segnala il capogruppo della Cdl – è seria: i dipendenti della Provincia evidenziano il pericolo di diverse mensilità arretrate e lamentano, comprensibilmente, difficoltà nel tirare avanti. Le loro condivisibili proteste potrebbero sfociare, da qui a qualche giorno, in eclatanti iniziative di protesta, non ultimo lo sciopero”.
In tal caso, inevitabilmente, si assisterebbe al blocco di servizi fondamentali: viabilità, edilizia scolastica, gestione dei rifiuti e depurazione, solo per citare alcuni degli ambiti a rischio. “A quanto pare – sottolinea Gallo – la situazione di sofferenza finanziaria dell’Ente sarebbe da ricondursi al blocco dei trasferimenti erariali di 2018 e 2019 da parte della Regione e del Governo. Una paralisi radicata nella pessima riforma Delrio, aggravata dai ritardi dell’Esecutivo nazionale e oltremodo peggiorata, adesso, dalle negligenze della Regione e del suo governatore, che pure ha ricoperto per anni proprio il ruolo di presidente di Provincia a Cosenza”.
Conclude l’esponente della Cdl: “Oliverio, sin qui indifferente e del tutto assente rispetto alla problematica, dia risposte concrete almeno ai sindacati ed ai suoi ex collaboratori della Provincia bruzia, risparmiando a loro ed ai cittadini gravi disagi. I ritardi della Regione nell’adempiere a quanto di competenza sono paradossali. In via urgente e prioritaria, gli uffici regionali si adoperino per sbloccare la situazione ed avviare, al tempo stesso, un’interlocuzione forte col Governo Conte, peraltro sostenuto da Pd e centrosinistra: una svolta è necessaria già nelle prossime ore, per evitare la mortificazione di centinaia di lavoratori, delle loro famiglie e di tutto il territorio cosentino”.