Sinistra ecologia e libertà: documento del congresso regionale
Al termine del congresso regionale, Sel ha diramato un documento politico ad ampio raggio che affronta temi sia nazionali che locali. "I lavoratori della Fiat - da Pomigliano a Mirafiori, gli studenti universitari e delle scuole superiori, i ricercatori, le ricercatrici, i lavoratori precari, i movimenti della società civile che nelle passate settimane hanno manifestato nelle piazze e nelle strade del nostro paese, hanno dimostrato che un nuovo percorso è iniziato. C’è una parte consistente del nostro paese che non si lascia incantare dalla politica spettacolo e mette al centro dell’interesse i problemi reali del paese: mancanza di lavoro, declino, smantellamento delle garanzia sociali fin qui costruite, cancellazione del diritto ad un futuro per i giovani, annullamento delle garanzie costituzionali, proponendo nel contempo, con sempre più chiarezza, nuovi modelli di garanzie e sviluppo, non più crescita all’infinito, cittadini non consumatori.
La nostra iniziativa politica - scrive il partito di Vendola - deve essere rivolta al cambiamento, alla tutela del territorio, alla riconversione verde dell’economia, all’investimento in ricerca e saperi, all’integrazione di questo nuovo modello di sviluppo con i tradizionali settori manifatturieri caratteristici del nostro sistema produttivo. A tal proposito il congresso regionale impegna il partito a perseguire, nelle amministrazioni locali, politiche di governo del territorio finalizzate ad arrestare il consumo delle risorse non rinnovabili (territorio, acqua, paesaggi). Non più politica fatta solo di attività di indirizzo e controllo, ma capace di disegnare il futuro attraverso forme di programmazione innovativa che già altri paesi hanno iniziato e su cui noi siamo in forte ritardo.
Bisogna avviare una seria opera di ripristino di ciò che anni di governo neoliberista ha portato via alle fasce più deboli della popolazione. Rimodellare in chiave più attuale il welfare, includendo nelle varie protezioni i nuovi poveri. Garantire una maggiore protezione per l’infanzia e della non–autosufficienza. Invertire la politica penalizzante nei confronti del bisogno socio-sanitario rivedendo anche il rapporto con i privati che quasi sempre ha significato minori diritti per i lavoratori ed abbassamento in termini qualitativi dei servizi.
Uscire da sinistra dalla crisi significa uscire dal modello che l’ha prodotta e proporre nuovi modelli di produzione. Non precarietà, ma mobilità sociale. Un nuovo sistema di tutele per le forme tradizionali del lavoro e per le nuove forme di lavoro (ricomponimento- patto generazionale) in cui il reddito minimo garantito diviene strumento per uscire dalla crisi attuale. Investire su un welfare inclusivo e non escludente, su una rivoluzione ecologica che interessi sia cosa che come produrre.
Il Congresso esprime la sua preoccupazione per il modo in cui il centrosinistra si sta preparando, in Calabria, alle prossime elezioni amministrative che si svolgeranno in quattro capoluoghi di provincia ed in grandi realtà urbane. Richiama tutti a scelte rapide, unitarie e condivise in grado di dare forza e speranza alla volontà di cambiamento che ci sono nella nostra Regione per fermare il centrodestra di Berlusconi e Scopelliti.
Viene confermata la scelta politica prioritaria del centrosinistra come alleanza a tutti i livelli, un centro sinistra diverso, diverso nelle scelte programmatiche e nella rappresentanza che non abbia come obiettivo unico la vittoria, ma la riconnessione sentimentale con il proprio popolo. Le primarie non come scelta tattica, ma come strumento politico essenziale di partecipazione e concorso all’elaborazione politica, cogliendo la volontà del cittadino di essere protagonista attivo e consapevole, che non sopporta più il ruolo di suddito consumatore con il solo diritto di scegliere periodicamente i soggetti ai quali dovrà obbedienza e richiedere raccomandazioni e favori. Il congresso pone la questione della differenza di genere, della libertà delle donne di potersi affermare in tutti i campi non come una questione tra le tante ma fondamentale per l’affermazione della buona politica.
Qui da noi in Calabria - continua la nota di Sel - Regione dove c’è un deficit cronaco di legalità , dove alberga un fortissimo intreccio affaristico – familistico che attraversa orizzontalmente tutte le forze politiche, dove la borghesia mafiosa, in collusione con i poteri massonici sia che governi il doroteismo loierano o lo pseudo decisionismo di Scoppelliti ha un peso preponderante. Qui, più che altrove c’è necessità di buona politica. E’ possibile praticarla e ce ne da dimostrazione l’esperienza amministrativa in un comune difficile come Isola Capo Rizzuto, guidato dal Sindaco Girasole in una alleanza di centrosinistra(PD, SEL, Verdi), in contrapposizione a radicate e consolidate pratiche di malaffare. Tale esperienza non può essere affrontata in solitudine poiché comporta rischi enormi anche sul piano personale. Questo Congresso esprime vicinanza e solidarietà a tutte le amministrazioni esposte a tali rischi.. In Calabria, - conclude Sel - terra del disagio strutturale, sanitario, ambientale, economico e sociale, terra povera ed impoverita ancor di più con le predazioni del Governo centrale( vedi scippo fondi FAS, seimila posti di lavoro in meno nella scuola con la controriforma Gelmini, abbandono del porto di Gioia Tauro ecc..) e dall’assoluta incapacità di governo dell’attuale compagine di maggioranza, più che altrove, è necessario che si affermi un nuovo soggetto politico, con un progetto politico nuovo, attento ai reali problemi dei calabresi. Noi lavoreremo per questo.