Bergamo. Deve incassare dei crediti, manda calabresi a riscuotere: tutti in carcere

Vibo Valentia Cronaca

Sequestro di persona, lesione, minacce ed estorsione: sono le accuse che la Procura di Bergamo contesta a tre persone finite oggi in carcere e tra le quali figurano due fratelli di origine calabrese, residenti a Briatico, nel vibonese, e con diverse denunce anche per associazione mafiosa; ed un imprenditore bergamasco, di Ponteranica, gravato a sua volta da precedenti per reati fiscali.

La misura, rappresenta l’epilogo di un’indagine, denominata “Pay to live”, condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria delle fiamme gialle e che avrebbe portato a galla dei presunti legami tra un 56enne bergamasco con interessi nella vendita e noleggio di autoveicoli, e le altre due persone, che sono ritenute vicine ad ambienti ‘ndranghetisti.

L’ipotesi è che l’imprenditore si sia avvalso proprio di quest’ultime per recuperare dei crediti. I fatti risalgono alla mattina di domenica 6 ottobre scorso, quando nel pieno centro di Bergamo i due fratelli calabresi avrebbero aggredito, picchiato, rapinato di un telefonino, minacciato e poi rapito, un pregiudicato del posto in affari con un 63enne residente a Dalmine, anch’egli gravato da diversi reati tributari e per riciclaggio, che aveva un debito nei confronti dell’imprenditore, considerato il mandante degli aggressori.

INCASTRATI DALLE TELECAMERE

Sotto minaccia di un coltello e percossa continuamente, la vittima sarebbe stata convinta ad accompagnare i malviventi a casa sua per incassare il credito, oltre 12 mila euro.

Ma l’uomo, nel tentativo di riuscire a sfuggire alle pretese, li avrebbe portati invece, e con un espediente, in una sala scommesse nel quartiere Colognola di Bergamo, dove sapeva essere attiva una videosorveglianza e dove il suo continuo pestaggio aveva portato alla reazione dei presenti nel locale, che avevano chiamato le forze dell’ordine costringendo gli assalitori a fuggire.

L’episodio, denunciato dall’aggredito alla Guardia di Finanza di Bergamo, ha fatto immediatamente scattare le indagini delle fiamme gialle, che già in passato avevano investigato nei confronti di alcuni soggetti coinvolti nella vicenda, nell’ambito di una precedente indagine, denominata “Crazy Water”.

Con rapidità i militari, attraverso anche intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione, acquisizione di testimonianze, hanno potuto così ricostruire gli avvenimenti, giungendo ad identificare gli aggressori e dunque il mandante.

La violenza ed i modi cruenti utilizzati dal gruppo per convincere la vittima a sottostare alle richieste pressanti, sono stati documentati dai filmati acquisiti durante le indagini, che testimoniano i pestaggi cui è stato sottoposto.

Grazie ai riscontri investigativi è stata avanzata la richiesta al Gip per la cattura dei tre presunti responsabili, che il Giudice descrive nella sua ordinanza come “soggetti pregiudicati, collegati con ambienti criminali particolarmente pericolosi” e che ora devono rispondere delle accuse contestate.

I due fratelli calabresi, identificati appunto come gli aggressori, che sono stati rintracciati a Briatico, sono nipoti di un noto pluripregiudicato da tempo domiciliato a Romano di Lombardia ed attualmente in carcere per scontare una condanna per estorsione e rapina aggravata (QUI). L’imprenditore bergamasco, ritenuto invece il mandante, è stato arrestato a casa sua a Ponteranica.

Nel corso delle operazioni sono state sequestrate due Porsche Cayenne, quattro orologi di marca, gioielli, quadri, denaro contante e diversi titoli di credito.

L’operazione“Pay to Live” ha assicurato alla giustizia elementi che gli inquirenti ritengono contigui alla criminalità calabrese e bergamasca. La misura - eseguita dalla Guardia di Finanza del capoluogo lombardo - è stata emessa dal Gip Federica Gaudino su richiesta del Sostituto Emanuele Marchisio.