Aggressione all’Asp di Crotone, Uil-Fpl: solo una lite “figlia” di “criticità” interne alla struttura
I due dipendenti coinvolti nella lite avvenuta della sede Asp di Corso Messina a Crotone, mercoledì scorso (QUI), sono un collaboratore professionale sanitario (ovvero un dottore in Scienze Infermieristiche) e una collaboratrice professionale amministrativa e, quindi, né una dirigente né tantomeno un “medico”.
Questa la precisazione di Gaetano Papaleo, Segretario Generale della Uil Fpl del capoluogo pitagorico che, nonostante ciò, ci tiene comunque ad aggiungere che questa puntualizzazione non rappresenti “un’attenuante alle responsabilità da individuare, ma – afferma - una chiara e necessaria indicazioni degli attori coinvolti”.
Il sindacalista spiega infatti che il primo opera negli ambulatori specialistici, la seconda nel servizio Ufficio Assistenza Protesica, servizio ospitato appunto nel Poliambulatorio di Corso Messina, e non con la funzione di responsabile.
Papaleo sottolinea poi che l’infermiere da sempre e, ultimamente in modo particolare, non solo come facente parte di un’associazione di volontariato, in una lettera denuncia pubblicata su un quotidiano locale, si era occupato di quello che viene definito dallo stesso segretario “l’anomalo servizio dell’ufficio ausilio protesico, cioè si è interessato di quei soggetti definiti fragili, indifesi socialmente ed economicamente".
“L’assenza di regole, il mancato rispetto della legalità, il clima per niente trasparente e di favore che, ormai, la fanno da padrona, più volte denunciato dalla nostra organizzazione e come sempre inascoltato non solo nell’ufficio in questione ma in quasi tutte le unità operative dell’Azienda Sanitaria Provinciale” sbotta Papaleo “rappresentano l’algoritmo perché si determinino discussioni tra dipendenti e non solo tra essi. Cosa che è successa il 27 Novembre …, e non già una ‘brutale aggressione’, quindi, un diverbio scaturito a seguito di un rifiuto, da parte della dipendente amministrativa, a far visionare in che modo fosse utilizzata una stanza nella struttura medesima, locale nel quale, precedentemente, era collocato il servizio di mammografia ma che, oggi stranamente, insieme ad altri spazi liberi sono utilizzati a deposito di ausili in disuso e di scartoffie, mentre le attività sanitarie specialistiche del Poliambulatorio sono collocate in locali angusti con turnazione di utilizzo a causa di un numero insufficiente degli stessi”.
Dunque, da quanto sostiene il segretario della Uil Fpl, il “diverbio”, sarebbe nato proprio su questi elementi e poi sfociato “in un infortunio del tutto privo di dolo e non preterintenzionale”.
Papaleo afferma inoltre che l’infermiere non si sarebbe dileguato: “la polizia che è intervenuta dopo essere stata chiamata - aggiunge - ha, immediatamente, trovato l’infermiere, il quale dopo aver soccorso la collega amministrativa in tutti i modi nella struttura, ha continuato a lavorare”.
La Sigla chiude esprimendo solidarietà alla collaboratrice amministrativa ma anche all’infermiere, che definisce “vittima anch’egli, in modo minore, di questa confusa gestione manageriale che regna indisturbata nell’Azienda Sanitaria Provinciale, da troppo tempo, con forti interessi politici e che continua ad ignorare ed omettere un analisi seria del contesto lavorativo e che consenta di individuare i fattori di rischio, esistenti e potenziali, e porvi rimedio, che non può essere solo quello di piazzare una guardia giurata all’ingresso”.