Buon Vento Genovese. Sequestrate auto all’organizzatore del traffico di coca
Le fiamme gialle liguri hanno sequestrato tre autovetture, di cui due intestate a Antonio Alvaro, 39enne ritenuto elemento di vertice della cosca di ‘ndrangheta degli Alvaro di Sinopoli, nel reggino, ed un’altra risultata intestata ad un presunto prestanome.
I sigilli di oggi – eseguite su delega della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura locale - rientra nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata Buon Vento Genovese conclusasi, lo scorso luglio, con la cattura di tre italiani per traffico internazionale di cocaina dal Sudamerica, con le aggravanti mafiosa, della ingente quantità e della transnazionalità (QUI).
Le auto riconducibili ad Alvaro - una Smart Fortwo e una lussuosa Mercedes-Benz Classe CLA - sono state colpite da un provvedimento del Tribunale finalizzato alla “confisca per sproporzione”, istituto che consente all’Autorità Giudiziaria di sottrarre a soggetti indagati per reati gravi beni e utilità non congrui rispetto ai redditi ufficiali.
La terza vettura, invece, è stata oggetto di un sequestro preventivo finalizzato alla “confisca ordinaria”, trattandosi di un mezzo che per gli inquirenti sarebbe stato utilizzato dall’organizzazione criminale per commettere i traffici illeciti: al suo interno, infatti, è stato ritrovato un doppiofondo ricavato apposta nell’abitacolo, nascosto dalla moquette e dal poggiapiedi, compatibile a contenere una pistola.
Dalle altre indagini eseguite nella stessa operazione Buon Vento, sarebbe emerso, infine, che uno degli arrestati, I.F., un 51enne avrebbe percepito indebitamente, dallo scorso mese di giugno, anche il Reddito di Cittadinanza.
L’uomo è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Locri per falsa testimonianza in relazione all’omicidio - avvenuto nel 2005 - di Francesco Fortugno, vice-presidente del Consiglio Regionale della Calabria.
L’indagato, proprietario di una villetta appena ristrutturata nel comune di Gioiosa Jonica (nel reggino), è stato, pertanto, denunciato dalla Gdf di Genova all’Autorità Giudiziaria, che ha immediatamente disposto all’Inps del capoluogo dello Stretto la sospensione del sussidio, pari a 500 euro mensili.