Cosenza: il commissario dell’Ao su aggressione a medico

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L’aggressione, da parte del figlio di un paziente, al dr. Armando Vigna, in servizio al Pronto Soccorso dell’Annunziata si inserisce in un clima particolarmente avvelenato nei confronti della sanità, che sempre più spesso, diventa il parafulmine di tensioni”. Così il Commissario Straordinario dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, avv. Gangemi, commenta quanto accaduto ieri sera nell’Ospedale dell’Annunziata. L’episodio di cui è stato vittima il dr. Vigna, cui l’avv. Gangemi esprime solidarietà, non è legato a disfunzioni di servizio, il paziente, infatti, non necessitava di cure urgenti, in presenza invece di molti altri casi codificati come molto più urgenti (emorragie cerebrali e infarti del miocardio), ma trattasi di vero e proprio problema dettato dalle tensioni sociali che caratterizzano i nostri tempi, che scatenano rabbia e ira inaspettata, così come possiamo scorgere leggendo ogni giorno la cronaca, che non si arresta neanche in presenza di rappresentanti degli organi di vigilanza, come nel caso di specie. L’aggressione degli operatori sanitari costituisce,però,un serio problema, la frequenza del fenomeno è maggiore che in altri comparti lavorativi, e si rende necessario quindi sia prevenire gli atti di violenza sia reagire adottando anche misure di tipo legale; questa Azienda,infatti,sta valutando l’opportunità di costituirsi parte civile in un eventuale giudizio. Questo episodio rappresenta, comunque,il campanello d’allarme di una situazione di grande esasperazione, dovuta al sovraffollamento del Pronto Soccorso,i cui accessi per lo più sono inappropriati (60%) fenomeno questo particolarmente rilevante nel nostro ospedale, ma che comunque affligge l’intero Paese. Il sovraffollamento del Pronto Soccorso è,infatti, uno dei problemi più “pesanti” che affliggono i reparti dell’emergenza–urgenza in Italia.Ciò è dovuto a molte cause: invecchiamento della popolazione, complessità assistenziale, fasce vulnerabili, crisi del sistema delle cure primarie, senza dimenticare la carenza di personale e l’aumentata complessità delle cure. Il cittadino vede nel Pronto Soccorso un faro sempre acceso 24 ore su 24 e tutti i giorni dell’anno anche e, soprattutto, quando altri servizi sul territorio sono chiusi e non rispondono alle domande dei cittadini (poliambulatori, distretti, ecc). L’ospedale, nonostante i tentativi di promuovere una sanità di tipo prevalentemente territoriale, viene visto dai cittadini come la soluzione unica dei problemi di salute. Occorre, dunque, che tutte le istituzioni competenti facciano quadrato e ciascuna la propria parte perché si possa, tutti insieme, contribuire ad evitare disagi alla gente,coniugando la sanità che deve essere garantita al cittadino con giusti livelli di controllo e sicurezza.