Etichettatura salumi assente in Conferenza Stato-Regioni. Coldiretti: “bando alle liti di partito”

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“Le questioni di carattere partitico non devono e possono influenzare settori che attendono da anni un provvedimento di trasparenza che avrebbe effetti importanti sull’economia, oltre a dare precise garanzie ai cittadini su quanto portano in tavola”.

E’ quanto denuncia la Coldiretti Calabria riferendosi al mancato inserimento nell’ordine del giorno della conferenza Stato-Regioni, del decreto per rendere obbligatoria l'indicazione dell'origine nei prodotti con carne suina trasformata.

“Banali e inaccettabili liti di partito non devono ostacolare un provvedimento come l’etichettatura d’origine per i salumi, - tuona la nota associazione degli agricoltori - basta all’inganno di prosciutti fatti con carne straniera ma spacciati per italiani. Portare avanti con decisione l’etichettatura d’origine per la carne suina trasformata favorisce inoltre il valore delle produzioni oltre a rappresentare un ulteriore tassello per garantire alla stragrande maggioranza dei consumatori (93%) di conoscere la provenienza degli alimenti”.

“Le Istituzioni devono rispondere a questa richiesta che proviene dai cittadini-consumatori. Dobbiamo continuare - afferma Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria – il percorso di trasparenza e qualità che fanno la differenza e consentono di essere leader in campo europeo. L’etichettatura di origine per le carni suine nei salumi è di grande importanza per la Calabria e la sua economia. L’esigenza di chiarezza richiesta dai consumatori si è avvalorata con 1,1 milioni di firme raccolte in Europa su iniziativa della Coldiretti, per spingere la Commissione Ue ad assicurare la trasparenza dell’informazione sui cibi in tutta l’Unione Europea, dove con il regolamento 775/2018 rischiano ancora di entrare in vigore nell’aprile 2020 norme fortemente ingannevoli”.

“Difendere il cibo che produciamo, a livello nazionale e internazionale, è un modo per salvaguardare la nostra salute e le nostre filiere di qualità, garantendo inoltre il giusto riconoscimento al valore della nostra agricoltura e della nostra pesca. Prodotti come l’olio extravergine d’oliva, gli ortaggi e la frutta ottenuti grazie alle numerose biodiversità presenti in Calabria, i formaggi, la carne e i salumi, il miele nonché il pesce locale, sono alcune eccellenze che identificano la nostra regione, per le quali la maggior trasparenza in etichetta permetterà una piena valorizzazione rispetto alla concorrenza sleale dei falsi Made in Calabria: prodotti che – conclude Aceto - non possono competere con i nostri in freschezza e qualità”.