“Rinascita Scott”. Tdr: Pittelli resta in carcere, riqualificato il reato in concorso esterno
Niente da fare davanti al Tribunale del riesame di Catanzaro per Giancarlo Pittelli. Il noto avvocato ed ex senatore di Forza Italia resta dunque in carcere dopo essere finito in arresto nell’ambito dell’operazione “Rinascita Scott” (QUI), eseguita dalla Dda il 19 dicembre scorso.
La decisione dei giudici - che non hanno accolto non solo la proposta di scarcerazione ma neanche quella di attenuazione della misura - è arrivata stamani sciogliendo le riserve dopo l’udienza fiume di giovedì scorso nell’aula bunker e al al termine della quale l’ex parlamentare aveva reso anche delle dichiarazioni spontanee, collegato in videoconferenza dal carcere di Nuoro dove rimarrà quindi recluso.
Per Pittelli - assistito dagli avvocati Salvatore Staiano, Guido Contestabile, Enzo Galeota e Fabrizio Costarella – il Tdr ha riqualificato il reato in concorso esterno in associazione mafiosa, reato chiesto inizialmente proprio dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ma che il Gip aveva aggravato ipotizzando quello di associazione mafiosa.
Secondo gli inquirenti l’ex senatore azzurro avrebbe messo “sistematicamente” a disposizione del capo dei capi della ‘ndrangheta vibonese, Luigi Mancuso, il suo patrimonio di conoscenze e di rapporti privilegiati con esponenti di primo piano a livello politico-istituzionale, imprenditoriale e delle professioni, anche per acquisire informazioni coperte dal segreto d’ufficio e per garantirne lo sviluppo nel settore imprenditoriale (QUI).
Pittelli, in concorso con l’ex comandante del Ros dei Carabinieri di Catanzaro, rdril tenente colonnello Giorgio Naselli, è accusato anche di rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio.
A rafforzamento dei reati ipotizzati nei confronti del penalista, la Dda ha depositato al Tribunale del Riesame, nell’udienza di giovedì scorso, una serie di atti tra cui alcuni verbali del pentito Vincenzo Marino e i tabulati telefonici riguardanti i rapporti tra Pittelli e il finanziere Michele Marinaro (che è indagato a piede libero).