Rinascita-Scott, si chiude l’inchiesta sul “cartello” della droga: altri 11 arresti e decine di indagati
In undici sono finiti in carcere ed altri otto sottoposti invece ad altrettanti divieti di dimora. Questo il bilancio del blitz scattato all’alba di stamani e condotto dai carabinieri di Vibo Valentia e di Firenze che hanno eseguito i provvedimenti - emessi dal Gip di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo calabrese - a carico delle 18 persone che sono indagate per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, e le cui attività hanno coinvolto oltre 60 persone, tutte interessate nello stesso procedimento.
L’attività nasce dagli approfondimenti scaturiti dalla maxi-inchiesta “Rinascita Scott” (QUI) che ha portato già all’arresto di soggetti ritenuti appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta delle provincia vibonese.
Grazie al coordinamento con la Dda di Firenze e del Nucleo Investigativo del capoluogo toscano, nel corso delle indagini è stato, in particolare, ricostruito un quadro di insieme dei traffici internazionali di cocaina, marijuana e hashish, che legherebbe trasversalmente tutte le Locali della provincia calabrese e che vedrebbe particolarmente attivi i soggetti ritenuti legati alla Locale di Zungri, in grado di giungere fino ad alcune importanti piazze di spaccio sia in Toscana che in Sicilia, ma anche in Piemonte ed altre province calabresi, come Cosenza.
Gli inquirenti lo definiscono un vero e proprio “cartello” del traffico di droga che si approvvigionava attraverso canali riconducibili al Brasile e all'Albania.
Nel canale brasiliano, delle ditte di import-export di marmi, niobio e manganese, avrebbero permesso infatti di nascondere la cocaina, mentre sul fronte albanese i carichi di marijuana e hashish sarebbero stati fatti arrivare tramite il porto di Bari e una rete relazionale costruita dai vibonesi con un gruppo di albanesi ormai stanziatisi in Toscana.
Il “cartello”, che operava per conto delle Locali vibonesi, si avvaleva di persone specializzate e con funzioni di broker oltre che di “garanti” personali - in termini di “affidabilità” criminale - nei confronti dei produttori e che, recatisi nei paesi esteri, contrattavano i prezzi dei carichi per poi occuparsi direttamente anche dell’attività di approvvigionamento.
Una volta arrivata in Italia la droga veniva gestita dallo stesso gruppo che utilizzava una sua fitta rete nazionale per un veloce smistamento sulle piazze di spaccio e la successiva vendita al dettaglio.
Complessivamente nell’investigazione, poi culminata nell’operazione “Rinascita Scott”, sono stati sequestrati in tutta la provincia di Vibo un chilo di cocaina, 81 di marijuana e 3.952 piante di canapa indiana, 25 chili di hashish, 89 grammi di eroina, 11 di funghi allucinogeni e 27 pasticche di ecstasy.
Con quest’ultime misure cautelari si conclude dunque l’indagine “Rinascita-Scott” ed in concomitanza dell’esecuzione dei provvedimenti i Carabinieri del II Reparto Investigativo del Ros, del Reparto Anticrimine di Catanzaro e del Nucleo Investigativo di Vibo, stanno notificando l’avviso di conclusione indagini nei confronti di ben 479 persone ritenute appartenenti o contigue alle locali vibonesi.
Si chiude quindi la fase delle indagini preliminari di una delle operazioni più vaste di contrasto alla ‘ndrangheta ed eseguite sul territorio italiano, e che vede altri capi d’imputazione ed altri indagati rispetto ai 336 già arrestati lo scorso 19 dicembre (QUI).
La disarticolazione delle strutture criminali operanti nella provincia di Vibo Valentia ha consentito di arrestare oltre che persone considerate come appartenenti alla ‘ndrangheta anche politici, avvocati e figure professionali di spicco ritenute collegate alla criminalità organizzata (QUI).