Usura, un’altra confisca della Dia. Sigilli al “New Rosso Bleu” di Cosenza
La Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro, ha confiscato beni per ulteriori 300mila euro al quarantaseienne cosentino Carlo Drago. Già condannato per usura, l’uomo fu coinvolto in passato nella operazione “Garden” e sottoposto, nel 2000, alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Venne poi arrestato nel settembre del 2004, nell’ambito dell’operazione denominata “Starprice Ter – Azimut”.
Il provvedimento di oggi - adottato dalla Corte di Appello di Catanzaro su richiesta della Procura Generale del capoluogo - prevede la confisca di un circolo ricreativo in via degli Stadi a Cosenza, il “New Rosso Bleu”, con annessa ricevitoria Sisal, ed operante all’interno di locali avuti in locazione dall’Aterp.
Nel 2010, erano già stati confiscati a Drago beni mobili ed immobili ed il 90% del capitale di una società, che operava nel settore della ristorazione, per un valore di circa 1 milione di euro.
Nella sentenza, divenuta definitiva nell’ottobre del 2008, con la quale veniva condannato per usura, si legge “ perchè... in concorso con altri, con più azioni ed in tempi differenti, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, come corrispettivo di prestiti in denaro, si faceva promettere e consegnare, da un imprenditore che versava in stato di bisogno, interessi di tipo usuraio e comunque in misura non inferiore al 10% mensile ... ”.
In occasione del primo provvedimento di confisca, la Corte d’Appello di Catanzaro aveva già precisato che “… il reato per il quale è intervenuta condanna definitiva … (usura) …, legittima la richiesta avanzata in executivis dal P.G. in riferimento a beni , denaro ed altre utilità, nella disponibilità anche mediata del reo, che si appalesino, per valore, sproporzionati rispetto al reddito …” conclude “…. L’analisi dei redditi familiari complessivi , … complessivamente dichiarati dai due percettori di reddito (ovvero i coniugi Drago), mostra una chiara sperequazione tra percepito e speso”.
La stessa Corte, nel disporre l’attuale ulteriore confisca, afferma che “…alla stregua dei principi direttivi tracciati in materia dalla Corte di Cassazione, …. in ragione delle stesse dichiarazioni rese dal Drago dinanzi alla Corte di Assise di Catanzaro (nell'ambito del procedimento convenzionalmente denominato GARDEN), allorquando egli, imputato del reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, spiegò che il procedimento penale cui era sottoposto lo aveva indotto a pensare di chiudere il magazzino, salvo poi meditare in maniera più attenta su quella determinazione, consultare i familiari e decidere, alla fine, di tenere aperto il locale, …. se a ciò si aggiunge che Gioia Ivana, moglie del Drago, ha mantenuto negli anni la carica di segretaria del circolo e la veste di locataria degli immobili di proprietà dell'ATERP di Cosenza …si perviene alla conclusione che quell'esercizio è ancora riconducibile al Drago e che egli, sottoposto a procedimento penale per gravi ed allarmanti delitti e condannato in via definitiva nel 2008 per il reato di usura aggravata, ha posto in essere negli anni una condotta simulatoria, che si è esplicitata attraverso lo strumento della fittizia intestazione dei beni … stratagemma che doveva servire ad occultare una ricchezza immobiliare altrimenti non giustificabile….”.