Operazione Thomas. Rizzuto e Lerose ai domiciliari, Sestito resta in carcere
Alfonso Sestito resta in carcere, Ottavio Rizzuto e Rosario Lerose vanno invece ai domiciliari. Questa la decisione presa ieri dal Gip Distrettuale di Catanzaro, Giulio De Gregorio, dopo gli interrogatori di garanzia dei tre, finiti tra le sbarre nell’ambito dell’operazione “Thomas”, lo scorso 15 gennaio (QUI), con l’accusa di associazione mafiosa, estorsione, abuso d’ufficio, traffico di influenze illecite, omessa denuncia di reato da parte di un pubblico ufficiale, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (reati aggravati dalle modalità mafiose).
La tesi è che Sestito, medico cardiologo, e a cui si contesta l’associazione mafiosa, abbia finanziato alcuni affari della cosca Grande Aracri di Cutro nel settore immobiliare (tra l’altro e nella stessa inchiesta è stato notificato in carcere un avviso di garanzia anche a Nicolino Grande Aracri).
Quanto a Rizzuto, presidente della Bcc del Crotonese, gli inquirenti gli contestano, insieme all’imprenditore Lerose, il concorso esterno: l’ipotesi è che abbia favorito la cosca dei Grande Aracri al tempo in cui era dirigente dell’ufficio tecnico del Comune, assegnando dei lavori alla Idroimpianti, azienda di Lerose e considerata “contigua” al clan.
La decisione di applicare la misura meno afflittiva dei domiciliari è motivata da una “condotta processuale collaborativa” tenuta da Rizzuto.