Quel terreno doveva essere loro: in carcere presunto boss dei Giampà e il figlio
La Squadra Mobile di Catanzaro ha eseguito stamani un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Aurelio Maurizio Notarianni, 57enne, e del figlio Luigi, di 29 anni, con l’accusa di estorsione e di tentata estorsione aggravati dal metodo mafioso.
Il primo, Aurelio Maurizio, che si trovava già ai domiciliari, è stato condannato nell’ambito del Processo “Medusa” per associazione mafiosa, essendo ritenuto un elemento di vertice della cosca di ‘ndrangheta lametina dei Giampà.
Salle attività investigative - dirette dalla Dda del capoluogo e delegate alla Mobile cittadina -, svolte anche con l’attivazione di diversi presidi tecnici, sarebbe emerso che padre e figlio, con delle minacce esplicite, avrebbero costretto la vittima a vendere fittiziamente un appezzamento di terreno a destinazione agricola, con l’intento, poi realizzato, di costruirci un’abitazione.
Gli inquirenti hanno ricostruito le fasi e le dinamiche dei fatti, articolati nel corso degli anni. La tesi è che il 57enne, nel 2008 e prima che un imprenditore lametino acquistasse l’area, si sarebbe fatto consegnare da quest’ultimo diecimila euro, a titolo estorsivo, per di consentirgli “un tranquillo godimento del bene”.
Gli investigatori sostengono poi che l’anno scorso, padre e figlio sarebbero stati più volte nell’attività commerciale dell’imprenditore titolare del terreno, sostenendo la necessità di intestare alla compagna di Luigi Notarianni parte dello stesso appezzamento, tramite una compravendita simulata da formalizzare davanti ad un notaio, ma con un pagamento fittizio di denaro da parte dell’acquirente.
In attesa di quest’atto i Notarianni si sarebbero impossessati realmente del terreno, iniziando a costruirci un immobile abusivo.
Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, con il Sostituto Elio Romano e il coordinamento dell’Aggiunto Vincenzo Capomolla e del Procuratore Nicola Gratteri.