Omicidio Presta. Chiuse le indagini, per gli inquirenti fu il nipote a sparare
Chiuse le indagini, da parte della Procura di Cosenza, sull’omicidio di Angelo Presta, il 53enne assassinato a Paterno Calabro nella primavera dell’anno scorso (QUI).
Di quel delitto deve rispondere Salvatore Presta (36 anni): secondo gli inquirenti sarebbe stato lui a far fuoco contro lo zio con una pistola che utilizzava per esercitarsi al poligono. L’arma, poco più tardi dal fatto di sangue, fu ritrovata nella sua auto e risultò compatibile con i bossoli che vennero repertati sulla scena del crimine.
Presta, sempre allora, rese anche delle dichiarazioni ai Carabinieri che lo fermarono il giorno stesso dell’assassinio, arrestandolo con l’accusa di omicidio volontario aggravato.
Nell’indagine, inoltre, compare un altro nome, quello di Gennaro Borrelli, che è stato raggiunto anch’egli da un avviso di garanzia per falsa testimonianza.
Come si ricorderà Presta fu ammazzato l’8 aprile del 2019, in un’area agricola distante dal centro abitato di Paterno - in contrada Pugliano - secondo gli investigatori e presumibilmente al culmine di una lite con il nipote, cadendo sotto il fuoco di diversi colpi di una pistola che quest’ultimo deteneva regolarmente per uso sportivo.
Le indagini sul delitto furono subito avviate dai carabinieri della stazione di Dipignano che quel giorno interrogarono Salvatore Presta, insieme al magistrato di turno della Procura di Cosenza, per poi trarlo in arresto nella stessa serata.