FenImpresa: “Coronavirus mette in ginocchio le Pmi, previsto calo dell’80% al Sud”
“Numerosi studi sia nazionali che internazionali concordano sulle pesanti ricadute economiche che si avvertiranno (ma che in realtà già si avvertono) a causa del corona virus. Le cifre aumentano con il decorso dell’epidemia (ormai quasi una pandemia). Miliardi di euro evaporati in brevissimo tempo stanno dilaniando settori di punta del nostro Paese quali il turismo, il commercio in generale, lo spettacolo e l’intrattenimento, l’agroalimentare. In definitiva il virus sta uccidendo il made in Italy. Non sono affatto escluse ma anzi risultano “contagiate” da questo bollettino di guerra le libere professioni e le aziende di servizi”.
Questo il bilancio di FenImprese che aggiunge: “tanti italiani non hanno ancora ben chiara la realtà (si intuisce dalle tante vignette umoristiche presenti nei social) e non percepiscono come l’emergenza sanitaria, abbinata alla crisi economica, metterà in ginocchio il sistema produttivo riversando più pesanti conseguenze nel mondo del lavoro. FenImprese prevede un fatturato in calo tra il 30% e il 40% con il coinvolgimento nella crisi di circa il 75% delle Pmi del sud e dell’80% delle Pmi del sud, paradossalmente meno colpite dall’epidemia ma da sempre prive di anticorpi di stabilità”.
“Riteniamo che sia giustissimo e doveroso mettere in campo tutte le iniziative per contenere il virus tutelando in primis gli anziani e chi ha già delle malattie pregresse, - continua la nota - chiedendo il rispetto delle loro identità in qualità di persone e non certo di meri numeri o entità sacrificabili nei bollettini delle vittime. Analoga attenzione, ovviamente, anche per tutti gli altri cittadini “in salute”. Posta l’importanza (e la prevalenza) dell’aspetto sanitario dell’emergenza, bisogna prestare attenzione alla delicata questione del sostentamento delle famiglie e delle imprese”.
“La nostra proposta – conclude Luca Mancuso presidente di FenImprese - è quella di una zero tax zone, ovvero dell’esonero dei pagamenti di tutti i tributi e degli oneri previdenziali compreso il pagamento di rate di finanziamenti e mutui per almeno sei mesi. Stiamo parlando specificatamente di interventi rivolti alle Pmi, società che da sempre incarnano i valori della nostra tradizione produttiva ma la cui tutela risulta essere ancora fin troppo debole. E’ nostro intento procedere fermamente affinché la suddetta proposta venga perrorata in tutti i tavoli preposti a decidere”.