Claudio Brachino Intervista il Presidente di FenImprese Luca Mancuso
L’intervista di seguito è trattata da “Il settimanale”, il giornale economico politico diretto dal grande Claudio Brachino e pubblicato su PMI.it, uno dei siti maggiormente letti nel settore dell’imprenditoria italiana.
FenImprese (Federazione nazionale delle Imprese Industria-Sanità-Turismo) è un’associazione nazionale senza scopi di lucro che rappresenta presso le istituzioni le istanze per ottenere chiarimenti e presentare proposte volte al miglioramento dell’esistenza delle Pmi italiane.
Come sta andando il 2023? Quali gli obiettivi raggiunti, quelli da raggiungere? Quali sono i problemi?
La crescita di FenImprese continua a essere entusiasmante, abbiamo aperture programmate addirittura fino a gennaio 2024. Ce ne saranno anche all’estero, tre nello specifico. Le aziende continuano a innamorarsi di questo progetto, a chiamarci per associarsi, che poi è la cosa più bella perché vuol dire che stiamo facendo bene il nostro lavoro. Ovviamente ci sono tante problematiche, le imprese vengono da troppi anni di difficoltà; pertanto, il nostro lavoro di sindacalisti diventa sempre più difficile e lo facciamo sapendo che da una parte tutte quelle aziende che si associano ci fanno un onore, ma l’onere è altrettanto grande. Quindi continueremo a combattere sempre, non avendo lacci e lacciuoli politici, in libertà, capendo e sapendo che al primo posto ci sono le Pmi.
La vostra ultima assemblea nazionale si è tenuta a settembre proprio in concomitanza delle elezioni politiche. È nato un governo di centro- destra. I mesi non sono tanti però dei segnali si vedono. Dalla legge di bilancio alla riforma del fisco, fatta pensando soprattutto alle imprese, fino al nuovo decreto sul lavoro con incentivi a chi assume giovani sotto i 30 anni. Poi il Def e il taglio del cuneo fiscale. Sembra che ci sia un’attenzione complessiva alle aziende e all’economia reale.
Ho anch’io questa sensazione. Ovviamente bisogna vedere i risultati di questi buoni presupposti che sono fondamentali per una ripresa definitiva dopo anni di pandemia. Pensavamo di vedere la luce in fondo al tunnel, invece continuiamo nelle difficoltà perché ora c’è un’inflazione che gira a doppia cifra. Ci sono difficoltà per il credito, per l’aumento dei tassi, l’importante in questo momento è dare delle regole chiare per il futuro delle Pmi. Perché gli imprenditori chiedono questo, non vogliono aiuti, non vogliono soldi a fondo perduto. Tutti gli strumenti che ha citato sono quasi obbligatori per aiutare la loro vita e le loro attività. Sono convinto che i presupposti siano buoni, ma adesso aspettiamo che tutto si concretizzi perché ormai è passato quasi un anno.
Qual è la tipologia di aziende che si iscrive al mondo di FenImprese?
Le piccole e medie imprese sono quelle che al momento si associano di più. Però abbiamo tante fabbriche e tante industrie che in questi anni hanno deciso di aggregarsi al nostro progetto associativo. Ovviamente l’intelaiatura del nostro Paese parla di piccole imprese ed è naturale che noi avviciniamo mediante le nostre sedi provinciali questo target di imprenditori, ma tuteliamo nello stesso modo chi ha una grossa azienda e chi è un piccolo artigiano, perché chi ha coraggio di fare impresa in Italia va salvaguardato e gestito affinché si possa creare insieme una strada migliore per il futuro.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al recente convegno annuale delle Camere di commercio a Firenze, ha detto che il mondo invidia le nostre Pmi. C’è un rapporto fra imprenditoria e territorio che è tipicamente italiano. Perché non riusciamo a portarlo in palmo di mano come dovremmo?
Sono stato ad un convegno in Germania poco tempo fa. Ci invidiano davvero le nostre aziende, ma soprattutto la resilienza. Abbiamo una resilienza che non esiste nelle altre aziende del mondo, dobbiamo pertanto tutelarla. Invece noi cerchiamo sempre di creare un futuro difficile, una strada sempre più contorta. Le aziende italiane hanno dimostrato di aver salvato l’Italia nella pandemia. Dobbiamo continuare in questo solco, lavorando in maniera costante e incessante per agevolare le imprese nel nostro territorio.
Le piace l’idea lanciata dalla Meloni del “liceo del made in Italy”?
Credo che sia giusto come l’idea che abbiamo lanciato noi sei, sette anni fa del ministero del made in Italy, idea oggi ripresa con la delega apposita del Ministero delle Imprese. Noi puntiamo sulla qualità italiana, che è l’unico strumento che può darci continuità dal punto di vista imprenditoriale rispetto alla concorrenza mondiale. Dobbiamo continuare in questo solco, lavorando in maniera costante e incessante per agevolare le imprese nel nostro territorio.
Il tema della formazione: gli esperti dicono che è molto complicato per le piccole e medie imprese, magari con pochi di- pendenti e senza un capo del personale classico, oppure quando si devono affrontare le nuove generazioni che dopo la pandemia hanno un rapporto molto complesso con il lavoro e ben diverso da quello delle generazioni precedenti. A che punto siamo? Non mi sembra che tante associazioni siano sensibili a questo tema.
Di solito le aziende fanno solo la formazione obbligatoria, noi dobbiamo puntare sulla formazione di qualità per generare managers che possono dare una mano allo sviluppo delle imprese. Perché le imprese italiane hanno un grande problema: sono troppo piccole anche quando devono lavorare per ottenere strumenti inerenti ai finanziamenti europei. Molte volte siamo tagliati fuori proprio per quel motivo: spesso la contabilità è gestita da una persona “prestata” per farla o qualcuno deve gestire il personale senza essere realmente formato per quel ruolo. Noi siamo sempre stati attenti alla formazione di qualità, oltre a quella obbligatoria dove siamo leader in Italia (penso alla salute, alla sicurezza del lavoro e tanti altri ambiti). Negli anni ci siamo strutturati per dare sempre di più una formazione di qualità che punti al futuro.
Un desiderio da realizzare nel 2023?
Andare fuori dal continente europeo con FenImprese. Devo dire che siamo sulla strada giusta, in anteprima posso indicare anche un luogo: India.