Welfare. Forum Terzo Settore contro i sindaci dissidenti: “regolamento atteso da 17 anni”

Calabria Attualità

“Pensavamo di averle ormai viste tutte, ma questa davvero non era prevista. Leggiamo con incredulità la lettera su carta intestata Anci, sottoscritta dal vice presidente Franco Candia, che chiede alla Regione la sospensione dell’attuazione della DGR 503/2019, per meglio intenderci chiede di bloccare un regolamento atteso in Calabria da oltre 17 anni e che finalmente rende applicabile, anche sul nostro territorio, una legge nazionale sulle politiche sociali risalente al lontano 2000”.

Gianni Pensabene, portavoce del Terzo Settore sostiene che “ci sarebbe da ridere, se non fosse drammatico. Dopo aver lottato anni per ottenere un sacrosanto diritto, peraltro restituendo una prerogativa ai Comuni calabresi, che ne sono stati inopinatamente privati, oggi troviamo qualcuno che ancora evidentemente ritiene che in Calabria sia possibile tutto, anche e forse soprattutto non applicare le leggi. Il problema è capire chi pensa questo – avanza la nota. Perché se davvero Candia ha scritto a nome di tutti i Comuni calabresi, allora la situazione è grave. Il dubbio permane, considerando che il vice presidente in questione è attualmente consigliere di minoranza di Stignano, un piccolo comune dell’ambito di Caulonia, ambito che ci risulta, per diretta testimonianza della Sindaca del comune capofila Caterina Belcastro, peraltro anche delegata per le politiche sociali della Città Metropolitana di Reggio Calabria e assolutamente favorevole a che finalmente avvenga la riforma”.

“Francamente ci risultano quindi poco credibili, in termini di rappresentanza, le affermazioni del Sig. Candia, che pure si espone a nome dell’Anci. Sarebbe quindi opportuno che i sindaci calabresi dichiarassero con chiarezza da che parte stanno, - tuona Pensabene - perché non è più accettabile restare nel limbo dell’ignavia: si tratta di garantire i diritti di tutti i cittadini e di restituire ai comuni la legittimità di poter programmare e realizzare le proprie politiche in materia sociale. Ciò nondimeno sappiamo che altri comuni, con in testa Catanzaro, si stanno opponendo ferocemente al percorso di riforma, anche attraverso vie giudiziali. Pende infatti di fronte al Tar una richiesta di sospensiva che verrà discussa il prossimo 13 marzo”.

“Siamo fermamente convinti della bontà procedurale e giuridica della Dgr 503, - incalza la nota - e quindi non temiamo che il Tar proceda con la concessione della sospensiva, ma siamo a conoscenza che ancora la Regione Calabria non ha proceduto con l’invio del primo 30% del fondo per le politiche sociali ai Comuni, così come previsto dalla stessa delibera. Evidentemente se ciò non dovesse avvenire, e ci chiediamo il perché, tutto il lavoro fatto verrebbe a cadere. Siamo quindi in mezzo al guado. Da un lato alcuni comuni, riteniamo la minoranza, che pretendono di dettare loro le regole del gioco, senza alcun rispetto per le leggi nazionali e regionali, dall’altro una Regione che continua con i suoi ingiustificati ritardi”.

“Siamo stati noi i primi a dire che la DGR 503 è assolutamente perfettibile, e che vanno riviste nel tempo alcune cose. Ma davvero tornare indietro ora sarebbe una catastrofe, considerando che la norma è operativa dal primo gennaio e diverse realtà del Terzo Settore calabrese si sono adeguati alle nuove disposizioni effettuando investimenti rilevanti. Una eventuale sospensione del provvedimento metterebbe definitivamente in ginocchio un settore già fortemente in difficoltà. Ma certamente non possiamo accettare da parte di alcuni comuni che la riforma non può avere luogo per carenza di risorse, considerando che ci risulta che sono giacenti somme ingenti ancora non spese per fondi degli anni pregressi (in totale si parla di circa 250 milioni tra fondi Pac, Non Autosufficienza, Povertà, ecc.)”.

Sul punto chiediamo alla Regione di dare piena ufficialità e trasparenza a tutti i trasferimenti sin qui effettuati in favore dei Comuni calabresi, ed ancora non spesi o rendicontati – closa. Non sappiamo come andrà a finire questa triste vicenda tutta calabrese, ma certamente non resteremo silenti a guardare, tutelando in primis i cittadini più fragili e le organizzazioni che già si sono adeguate e che rischiano a chiusura dei servizi”.