Il governo vara la “cura-Italia”: maxi manovra per l’economia debilitata dal virus
La sanità innanzitutto, poi e di conseguenza la Protezione civile: un miliario ciascuno. A seguire misure per il lavoro e dunque per le famiglie.
Come era stato anticipato dalla settimana scorsa il Governo ha dato il via al decreto battezzato “Cura-Italia”, una “maxi-manovra” da 25 miliardi di euro che - premette con sincerità lo stesso premier Giuseppe Conte - certamente “non basterà”, obbligando Palazzo Chigi a pensare anche alla “ricostruzione” e, quindi, ai relativi investimenti necessari. Ma, intanto, ha rassicurato lo stesso presidente del Consiglio, a queste risorse si dovrebbero aggiungere finanziamenti mobilitati per 350 miliardi.
D’altronde l’urgenza della situazione non poteva permettere lunghi e vorticosi ragionamenti ed approfondimenti, costringendo l’esecutivo a sfornare e velocemente un decreto “lampo” per tutelare l’economia del Paese stritolata dall’epidemia.
Lo ha evidenziato, d’altronde, il ministro della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone quando ha sottolineato come si sia stilata una “nuova finanziaria in pochi giorni”; ha rincarato (e rassicurato) il viceministro all’Economia, Filippo Misiani, annunciando invece nuove misure per aprile.
Tra i principali interventi previsti, quindi, a parte il già confermato slittamento delle scadenze fiscali di Iva e Irpef che avrebbero dovuto essere pagate proprio oggi, arriva la cassa integrazione in deroga per tutti, anche per le piccole aziende con un solo dipendente.
Dieci i miliardi messi in campo, ancora, per sostenere i lavoratori con gli ammortizzatori sociali, che vengono estesi a tutti, guardando anche gli autonomi per i quali è previsto, per il mese di marzo, e come annunciato, un assegno da 600 euro.
Sospesi, ancora, i contributi per le imprese sotto i due milioni di euro di fatturato, così come cartelle esattoriali, controlli fiscali, contributi (almeno fino al prossimo giugno). Previste, poi, nove settimane di integrazione salariale per chi sta perdendo il lavoro.
Attenzione anche alle famiglie nel decreto, con lo stop momentaneo alle rate del mutuo prima casa per chi in questi giorni si trovi a non ricevere stipendio. Previsti, ancora, 1,2 miliardi per i congedi parentali straordinari (pari al 50% della retribuzione) o in alternativa il voucher baby sitter (che diventa “speciale” per il personale medico) per i genitori lavoratori, sia dipendenti che autonomi, che abbiano figli minorenni a casa da scuola a causa dell’emergenza Covid.
Seicento i milioni, infine, “dedicati” agli enti locali per affrontare l’emergenza: tra le misure adottate c’è anche la possibilità, per il solo 2020, di utilizzare gli avanzi di bilancio per finanziare spese correnti relative all’epidemia o, per lo stesso scopo, la sospensione dei pagamenti delle quote capitale in scadenza quest’anno.
Alle Regioni, ancora, si dà la possibilità di “bloccare” i mutui per il 2020 e di utilizzare i risparmi per rilanciare l’economia e sostenere le imprese.