Prevenzione virus, Rifondazione: “isolare i casi positivi in famiglia, specie gli asintomatici”
“Con l’ordinanza di ieri del Presidente della Regione Calabria, verranno sottoposti a tampone per la ricerca di Covid-19 tutti gli operatori sanitari delle strutture pubbliche e delle strutture residenziali (ad esempio, Rsa), i pazienti ospedalizzati in queste ultime ore che hanno sintomi riconducibili all’infezione da coronavirus e i soggetti con patologie. Questo in seguito alla situazione venutasi a creare nell’Rsa di Chiaravalle Centrale. Sempre di ieri è la notizia dell’arrivo in Calabria di 80 mila kit-tampone e di 3mila mascherine”.
La stessa proposta fu avanzata dal Partito della Rifondazione Comunista Sinistra Europea – Calabria nei giorni scorsi il quale “aveva ribadito la necessità di un intervento urgente per quanto riguarda la tutela della salute di lavoratrici, lavoratori e pazienti, anche in strutture come le Rsa, attraverso misure di protezione e tamponi. Vorremmo, pertanto, lanciare una proposta per la nostra Regione e per il Mezzogiorno”.
“Ad oggi sono 11.958 le persone giunte in Calabria registrate al sito della Regione – dicono dal direttivo. A queste andrebbe fatto il test per la diagnosi Covid-19. Nei casi di positività estendere il test alla famiglia e agli eventuali contatti, e monitorare dopo 10 giorni. in questo modo si possono individuare eventuali focolai provocati dall'esodo dal Nord. Allo stesso tempo, col supporto dei medici di base, indirizzare a tampone i soggetti sintomatici e progressivamente alle loro famiglie e contatti. Da quanto è emerso dallo studio di Vo Euganeo il maggior fattore di contagio sono gli asintomatici e lì, grazie alla ricostruzione dei contatti, è stato possibile isolare i positivi e arrestare la diffusione. Misure come la chiusura degli accessi in Regione e quarantena volontaria possono esser utili, ma non sufficienti”.
“Tra chi è rientrato in Calabria potrebbero esserci degli asintomatici che infettano a cascata le famiglie e queste, andando al lavoro o a fare la spesa, tutti gli altri. In questo modo è possibile individuare la popolazione attiva positiva e, attraverso la quarantena, tutelare quindi i luoghi di lavoro evitando ulteriori effetti sul tessuto produttivo. Va potenziata, inoltre, - propongono ancora da Rifondazione - la sorveglianza attiva di chi è contagiato a casa con sintomi lievi, al fine di controllare lo sviluppo della malattia e, nell’ipotesi di un peggioramento, evitare che arrivi in ospedale in condizioni critiche”.
“Sarebbe, a nostro avviso, utile individuare, differenziare e adeguare la prevenzione, utilizzando efficientemente risorse economiche e umane per evitare l'ondata di positivi agli ospedali. Le strutture ospedaliere vanno sì potenziate, come diciamo da tempo, ma bisogna affrontare il problema degli asintomatici e contagiati lasciati a casa, compartimentando i casi e isolandoli.
Questa nostra proposta – termina la nota - è indirizzata alla valorizzazione delle risorse professionali che abbiamo in Calabria, al fine di evitare un silente contagio in casa”.