Wwf: emergenza Coronavirus non sia alibi per riaprire discarica San Giovanni in Fiore
"L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo sta facendo emergere ancor di più, qualora ce ne fosse stato bisogno, l’incapacità di risolvere la vecchia problematica legata allo smaltimento dei rifiuti in Calabria."
È quanto si legge in una nota stampa delle Organizzazioni Aggregate del WWF Calabria. "Con l’Ordinanza del Presidente della Regione n. 14 del 21 marzo 2020, “Urgenti misure per assicurare la corretta gestione dei rifiuti urbani correlate alla prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 - Ordinanza ai sensi dell’art. 32, comma 3, della Legge 23 dicembre 1978, n. 833 e dell’art. 117, comma 1, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112” – prosegue l’associazione - si autorizza il Consorzio Valle Crati, in deroga a vari articoli di legge in materia di igiene e sanità pubblica ed in via d’urgenza nelle more dell’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio, alla coltivazione della discarica di San Giovanni in Fiore - loc. Vetrano - sino al raggiungimento della volumetria massima complessiva di circa 24.000 mc.. Da notare che la località ricade in una Zona di Protezione Speciale (ZPS), quella del “Marchesato-Fiume Neto”, individuata in base alla Direttiva Europea “Uccelli” nell’ambito della rete delle aree protette denominata Natura 2000”.
Nella stessa ordinanza si pone la data del 10 aprile prossimo per la trasmissione del progetto complessivo del sovralzo del lotto 1 dell’impianto di San Giovanni in Fiore, completo della documentazione necessaria ai fini dell’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio, che comprenda anche il ripristino ambientale dell’intera area adibita a discarica.
“L’AIA, a cui si fa riferimento nelle premesse (DDG n. 2086 del 2012), aveva durata quinquennale, e non si evince dalla odierna Ordinanza se e quando siano state date successive autorizzazioni”, dicono dal Wwf.
“Il provvedimento unico – spiegano - dovrà comprendere la Valutazione d’impatto ambientale, la Valutazione d’incidenza al fine di stabilire quali sono gli impatti e le incidenze su habitat, specie protette, sulle altre matrici ambientali e sulla salute dei cittadini.
Il Dipartimento Ambiente e Territorio, incaricato di rilasciare le autorizzazioni ambientali, dovrà valutare, dopo l’utilizzo della discarica, se vi erano a monte i presupposti di legge per una nuova autorizzazione”.
“E magari – aggiunge la nota - verificherà che tali presupposti non vi erano, per cui verrà fatta una valutazione dei possibili danni, a danni fatti. L’amministrazione regionale magari potrebbe verificare che sull’ambiente circostante e sulla salute dei cittadini che vivono in quell’ area, si saranno manifestate conseguenze gravi e pericolose a seguito del conferimento di altri 24.000 mc in quella discarica che da tempo non poteva più essere utilizzata. Ma a quel punto, a cosa servirà?"
"Il WWF - si legge ancora - non dimentica che siamo di fronte a un’emergenza sanitaria di carattere epocale, un’emergenza tanto grave quanto inattesa e che coglie tutti impreparati, ma questo non può rappresentare un pretesto per non affrontare in maniera diversa lo stato in cui versa la Regione Calabria”.
Sempre WWF ha partecipato a settembre 2019 ad una seduta, “l’unica a cui è stato invitato” sostiene, del tavolo tecnico organizzato dall’allora presidente del ATO di Cosenza, “ATO che purtroppo in precedenza non sembra abbia dato grande prova di efficienza e tempestività”, sbottano dall’associazione.
“Vi erano tutte le aspettative per un approccio condiviso sulle possibilità di risoluzione del cosiddetto “problema rifiuti”, poi la notizia della nomina di un commissario. Altro tempo, soldi pubblici, salute dei cittadini e dell’ambiente sprecati. Il ricorso a nuove ordinanze, che seppur necessarie durante questa sconosciuta pandemia, sono il ripetersi di ciò a cui noi cittadini calabresi siamo, purtroppo, abituati da decenni”, prosegue la nota.
Il WWF in questo momento comprende che sia necessario evitare che ad una epidemia aggressiva e sconosciuta, si vadano a sommare altre problematiche in questa terra ma l’appello rivolto alla Presidente Santelli, da poco insediata, “è di un’inversione di tendenza radicale nella gestione del problema rifiuti perché non si può sempre “tirare a campare’. Bisogna avere il coraggio di fare delle scelte, di mettere in atto il Piano dei rifiuti, di modificarlo se necessario. Ma non si può più pensare che il problema rifiuti non risolto, resti una costante nella vita dei cittadini della Calabria”.
IL WWF Calabria, dunque, chiede alla Regione di revocare l’ordinanza, utilizzando possibilmente tutte le altre alternative disponibili “almeno finché il procedimento autorizzativo appena iniziato non avrà fatto il suo corso e non siano stati scongiurati i gravi rischi d’inquinamento ambientale e sanitario."