Diga sul Melito. Manno batte Astaldi 3 a 0: rigettata richiesta di risarcimento di 10 mln

Catanzaro Cronaca
Grazioso Manno

I Giudici del Tribunale di Catanzaro danno ragione per la terza volta all’ex presidente del Consorzio di Bonifica, Grazioso Manno, in “lite” con l'Impresa Astaldi per i lavori di costruzione della Dia sul Fiume Melito.

Dichiarazioni su stampa a giungo 2010 integrarono l’esercizio, pienamente legittimo, tanto del diritto di cronaca quanto del diritto di critica”. Questa è una delle motivazioni della sentenza con cui la Prima Sezione Civile del Tribunale di Catanzaro ha rigettato la richiesta di risarcimento danni di ben 10 milioni di euro proposta da Astaldi nei confronti di Manno.

L'azione della Astaldi aveva preso le mosse da una dichiarazione resa da Grazioso Manno alla vigilia della visita in Calabria del Ministro Di Pietro per l’inaugurazione dei lavori del secondo megalotto della Statale 106 del 5 Aprile 2007, dichiarazione con cui Manno aveva – in quel determinato contesto storico, sulla base della propria esperienza, a quel momento, nei rapporti con l'Impresa Astaldi e delle sue conoscenze, sempre a quel momento, sul comportamento della medesima Impresa relativamente ai lavori di costruzione della Dia sul Fiume Melito – manifestato i propri dubbi riguardo ai tempi di completamento della 106.

Cade, quindi, nei suoi confronti, l’accusa di diffamazione a mezzo stampa. Non solo, ma l’impresa è stata condannata anche al pagamento a favore di Grazioso Manno delle spese di lite per circa 30.000,00 euro.

Il Tribunale di Catanzaro, al termine delle sue valutazioni, ha dato ragione al collegio difensivo di Manno, composto dall’Avv. Claudio Martino, coadiuvato dai colleghi Avv. Arcangelo Guzzo ed Avv. Alberto Cafasi, ed ha escluso «il carattere altamente e gravemente diffamatorio» delle sue dichiarazioni «a danno della reputazione e della immagine di Astaldi».

Quanto sostenuto da Manno negli articoli di giornale per i giudicanti è stato considerato come «l’esercizio, pienamente legittimo, tanto del diritto di cronaca quanto del diritto di critica, entrambi costituenti espressione del più ampio diritto soggettivo alla libertà di opinione e manifestazione del pensiero, diritto previsto e garantito dall’art. 21 della Costituzione».

Con questa sentenza, adesso, la “partita giudiziaria” tra Manno e Astaldi è di 3-0. Il colosso multinazionale, infatti, aveva chiesto in un’altra occasione di condannare l’ex presidente del Consorzio di Bonifica catanzarese al risarcimento danni di ulteriori dieci milioni di euro.

Nella prima vertenza Manno aveva vinto in primo grado ed in appello. Oggi, l’ulteriore vittoria di Manno.

Ma io non mi fermo, così come non mi sono mai fermato per sostenere la validità dell’opera”. Afferma Manno, che aggiunge: “Non mi stancherò mai di dire che la Diga sul Melito ha un’importanza strategica per tutta la Calabria centrale. Da anni, insieme a tutti i miei collaboratori, abbiamo lottato quotidianamente con i vari Governi che si sono succeduti e con la Regione Calabria. Inoltre, ho sempre interessato la Magistratura affinché facesse chiarezza sull’annosa vicenda”.

Soddisfatto di questa sentenza si, felice no.” Aggiunge Manno, che conclude dicendo: “Non è questo il momento per gioire perché abbiamo altro a cui pensare. L’emergenza sanitaria dovuta al corona virus sta impegnando tutti noi ed, in particolare, la Regione Calabria che, sotto la guida forte e decisa della Presidente Iole Santelli, sta ottenendo risultati insperati. Proprio per questo, quando finirà l’emergenza del corona virus, chiederò ufficialmente un incontro alla stessa Presidente per riavviare l’iter che possa consentire, finalmente, la realizzazione dell’opera”.