Impianto di gas naturale a Crotone: la città hub per il rifornimento navale del Mediterraneo
Fare del porto di Crotone un hub per le attività di rifornimento navale nel Mediterraneo. La Ionio Fuel ribadisce che sono questi gli obiettivi del suo progetto che vede al centro la realizzazione di un deposito di LNG, ovvero di Gas naturale liquefatto, da 20mila metri cubi, nell’area industriale della città calabrese.
Proposta, però, che nei giorni scorsi è finita al centro di un’interrogazione parlamentare della Senatrice Elisabetta Barbuto, del Movimento 5 Stelle (QUI).
L’idea progettuale punterebbe, a detta della stessa azienda partenopea, a valorizzare la posizione baricentrica di Crotone rispetto alle rotte marittime tra il Canale di Suez e Gibilterra - circa un quinto dei traffici commerciali a livello mondiale - inserendo l’area nel più ampio processo di transizione verso sorgenti di energia a basso impatto ambientale.
Nello specifico, delle contestazioni avanzate dalla Senatrice Barbuto, Luigi Vartuli, amministratore della Ionio Fuel, ha voluto sottolineare come “l’assenso ottenuto dal Corap per l’area in cui dovrebbe sorgere l’impianto è arrivato prima della messa in liquidazione coatta amministrativa di cui si parla nell’interrogazione”.
“Il lungo e complesso iter di valutazione del progetto - ha spiegato - ha seguito tutti gli step previsti dalla legge, a partire dai pronunciamenti del Comune e di Snam. Il terreno individuato, tra l’altro, è di proprietà privata e su di esso abbiamo firmato la disponibilità all’acquisto condizionato all’ottenimento di tutte le autorizzazioni per la realizzazione dell’iniziativa”.
Per effetto delle normative internazionali sull’abbattimento delle emissioni, l’industria navale, ha intrapreso da tempo la strada della propulsione a LNG che garantisce una migliore resa ambientale rispetto ai tradizionali carburanti fossili.
Al momento il sud Italia è sguarnito a livello di infrastrutture di rifornimento per questo tipo di tecnologia e gli operatori dello shipping devono rivolgersi verso i porti francesi e spagnoli.
La Ionio Fuel sostiene quindi che il deposito di Crotone, essendo al centro del Mediterraneo e alle porte di accesso al mar Tirreno e all’Adriatico, riuscirebbe a colmare la lacuna, offrendo tutta una serie di vantaggi collaterali per il territorio e in generale per il sistema-Italia.
“Così come concepito il deposito, ubicato in un’area industriale - affermano dall’azienda - non altererebbe in nessun modo la linea paesaggistico-ambientale dell’area crotonese, offrendo invece un’occasione per lo sviluppo ulteriore delle sue attività ricettive. Si aprirebbero, inoltre, interessanti prospettive turistiche per lo scalo, punto di rifornimento obbligato per il numero crescente di navi da crociera già predisposte, o in procinto di uscire dai cantieri, per la propulsione LNG”.
“Nulla viene tolto alle attività turistiche di Crotone - dice ancora Vartuli - anzi le centinaia di operatori impiegati quotidianamente per le operazioni di gestione dirette e indirette, il carico e scarico navale, la manutenzione e tutte le altre fasi operative legate all’impianto garantirebbero maggiori presenze in bassa stagione”.
Guardato con favore dalla Confindutria locale e da Assocostieri il progetto, intanto, si appresta ad affrontare gli ultimi passi dell’iter burocratico di autorizzazione.
“Con la valutazione di impatto ambientale le procedure autorizzative arriveranno in Regione per un parere di competenza, per poi trasferirsi al Mise, che a sua volta si dovrà esprimere. A questo punto - anticipa il manager dell’azienda - potrà prendere corpo l’accordo preliminare, già formalizzato a febbraio scorso con il fondo d’investimento che si è reso disponibile, con la partecipazione di una primaria azienda a livello nazionale del settore dell’LNG, per concentrarci sulle fasi di costruzione e di gestione dell’intervento”.
Va ricordato che il progetto prevede che le tubature di collegamento tra la piattaforma galleggiante, di ridotte dimensioni, dislocata a oltre un chilometro e mezzo dalla costa e l’impianto di stoccaggio nell’area industriale, lontana dalla costa, siano tutte interrate, quindi non visibili né a mare né a terra.
“Inoltre questi impianti sono concepiti in tutto il mondo secondo i più rigidi criteri di sicurezza, che trovano applicazione nelle disposizioni di legge italiane”, concludono dalla Ionio Fuel.