Reggio, i cortili si trasformano in “avamposti educativi” per i ragazzi
Trasformare i cortili in quelli che il Csi Reggio Calabria, con la collaborazione del Comitato regionale dell’Unicef Calabria e dell’associazione di volontariato “Giovani Domani”, definiscono “avamposti educativi e di prossimità”. Un’idea che si spiega con l’iniziativa dal titolo “Play! Scendi a giocare con noi” che vedrà il coinvolgimento di oratori, parrocchie e associazioni del territorio che va dalla Locride alla Piana di Gioia Tauro con un vasto interessamento del capoluogo sullo Stretto.
Mini-gruppi da 6 bambini per turno vivranno la dimensione del “cortile” con un tuffo nel passato, ma sfruttando metodologie e strumenti al passo coi tempi. A patrocinare il progetto sono stati: la Città metropolitana di Reggio Calabria, la rete “Alleanze Educative”, l’Ufficio della pastorale familiare della diocesi di Locri-Gerace e Banca Generali. Il primo fondamentale passaggio è quello formativo. Si tratterà di uno smart training che sarà vissuto in digitale dai corsisti.
Sull’iniziativa grandissimo interesse è stato mostrato dai vertici di Unicef Italia e Centro Sportivo Italiano. “Trasformare l’emergenza in un’opportunità per far crescere il senso di comunità attraverso una valida e significativa rete educativa per dare al gioco quel giusto e spesso sottovalutato valore - commenta Vittorio Bosio, presidente nazionale del Csi - Assistiamo, soprattutto in questo ultimo periodo, ad una grande emergenza e preoccupazione . Il prolungato isolamento e disorientamento dei bambini sta creando disagi, sofferenze e potrebbe condizionare il percorso di crescita di tanti ragazzi. Dobbiamo ripensare al gioco e al gioco nei cortili, come momento efficace per socializzare, divertirsi e stare insieme anche se in piccoli gruppi”.
“In occasione della riapertura parziale delle attività, il pensiero e le azioni si orientano ai bambini calabresi ed alle loro necessità di crescita che includono la soddisfazioni di esigenze primarie, ma anche ludico-ricreative”, fa eco Francesco Samengo al timone di Unicef Italia che prosegue “noi abbiamo scelto di ripartire dalle bambine e dai bambini, offrendo loro uno spazio in cui “ricominciare giocando”. Per farlo abbiamo pensato agli spazi dei cortili, simboli di prossimità e luoghi di condivisione. Nel rispetto delle norme precauzionali attualmente in vigore, piccoli gruppi di bambini potranno sperimentare la gioia del "gioco accompagnato" da educatori sportivi che li seguiranno per tutto il percorso ricreativo”.
A loro è rivolto il corso di formazione la cui scadenza è fissata per il 22 maggio. Ragazzi, dai 16 anni, in un vero e proprio laboratorio di peer education, ma anche giovani, educatori, insegnanti, volontari, genitori e chiunque voglia partecipare, potranno unirsi agevolando il superamento del disagio dei tanti bambini che hanno vissuto gli effetti devastanti del lockdown.
Un lungo lavoro preliminare in attesa che il Governo confermi i propri intendimenti in materia di diritto al gioco. Questi mesi di lockdown non hanno lasciato inermi il Csi e l’Unicef che hanno suggellato questa partnership - nata su scale locale ma che ha trovato subito un ampio apprezzamento - con la speranza che possa diventare una “buona prassi” nazionale.