Mala civitas contro la ‘ndrangheta, reazioni

Calabria Politica

"L’operazione ‘Mala civitas’ (LEGGI QUI) condotta dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria lascia sgomenti sotto diversi aspetti: in primis per l’assurdità di leggere che ben più di cento boss e appartenenti alle cosche di 'ndrangheta siano percettori di reddito di cittadinanza e, in seconda battuta, per l’adozione di misure così imponenti senza, ed è piuttosto evidente, un controllo serrato su chi ne beneficia."

È quanto scrive il Consigliere regionale della Lega Calabria, Tilde Minasi. "Ritengo, ovviamente, che sia necessario e doveroso che lo Stato pensi ad indirizzi di politiche lavorative e di sostegno alle fasce più deboli del nostro paese, ma - aggiunge - con altrettanta forza ribadisco che non si possa arrivare a certi paradossi, a maggior ragione in questa fase in cui nel nostro contesto socio-economico, causa l’emergenza Covid e tutte le sue gravi conseguenze, si registra la disperazione di imprese, famiglie ed interi settori produttivi."

Per Minasi "Soldi pubblici che, piuttosto che accrescere patrimoni creati sulla sofferenza di territori e comunità piegati dalle dinamiche della criminalità organizzata, avrebbero potuto essere destinati ad altre tipologie di interventi".

La consigliera della Lega ringrazia quindi le Forze dell’Ordine e gli inquirenti "che - afferma - hanno messo la parola fine all’erogazione del reddito a determinati soggetti e permetteranno di recuperare le somme già elargite, ma, dal momento che svariate volte sono stati individuati beneficiari del contributo senza che ne avessero diritto alcuno, ci domandiamo quale sia, a questo punto, il bilancio del provvedimento e se non fosse stato più logico impegnare risorse per creare percorsi virtuosi che potessero garantire strumenti integrativi, concreti, nel momento della ricerca del lavoro, affinché si delineassero condizioni di crescita occupazionale".

Secondo Minasi, sarebbe opportuno soprattutto che venisse fatta chiarezza: "sappiamo che dovrebbe essere escluso dal RdC chi abbia ricevuto una condanna definitiva per precise categorie di reati, e allora cosa è accaduto? E’ giunta l’ora di rivedere l’intero sistema delle verifiche su chi ha richiesto il sussidio."


«In Calabria secondo i dati dell’osservatorio statistico dell'Inps, aggiornati ad aprile 2020, sono 177 mila le persone che beneficiano del reddito di cittadinanza, vale a dire 69 mila nuclei familiari che percepiscono un importo medio mensile di 539 euro, tralasciando qui il dato delle pensioni di cittadinanza. È di stamattina la notizia di un'inchiesta della Guardia di Finanza di Reggio Calabria "Mala civitas" che ha portato alla scoperta di 101 beneficiari, gravati da problemi giudiziari, che non avevano diritto al sostegno dello Stato per aver presentato autocertificazioni false e omissive all'Inps. Ringraziando le Fiamme Gialle per la meritoria opera di controllo sorge spontanea una domanda: l'aver appreso dell’esistenza di una ristretta cerchia di fruitori illegittimi del sussidio autorizza forse una certa parte politica a denigrare lo strumento del reddito di cittadinanza? I numeri sembrano suggerire di no. Solo 101 famiglie su una platea di 69 mila, ossia lo 0,14 per cento di nuclei familiari ha ottenuto indebitamente il sussidio. Un'esigua minoranza, un'inezia».

Così in una nota, il deputato del Movimento 5 stelle Riccardo Tucci, che continua: «E se anche, malauguratamente, si dovessero scoprire nuove sacche di percettori illegittimi del sostegno parleremmo comunque di numeri insignificanti rispetto alla vastità degli aventi diritto. D'altronde il malcostume dei falsi invalidi non ha portato, negli anni, a mettere in discussione le pensioni di invalidità. Dunque è saggio in questo caso non buttare il bambino con l'acqua sporca. Fermo restando che per le somme indebitamente percepite si procederà al recupero degli accrediti da parte dello Stato».

«L’importanza di una misura come il Reddito di cittadinanza la si è vista nel corso di questi ultimi mesi in piena emergenza Covid-19. Se la crisi sanitaria e il conseguente lockdown non hanno innescato una bomba sociale con milioni di famiglie lasciate sul lastrico e alla fame è grazie anche all'esistenza di una misura di welfare innovativa come il reddito di cittadinanza. Il sussidio statale ha aiutato milioni di famiglie italiane a vivere con meno patemi d’animo e con dignità il momento drammatico che stiamo attraversando, tant’è che ora si sta pensando di mutuare la misura con il cosiddetto reddito di emergenza», ha concluso.


“L’operazione Mala Civitas della Guardia di Finanza in Calabria, che ha consentito di avviare la procedura di revoca del Reddito di cittadinanza a 101 boss e gregari delle principali cosche dell’'ndrangheta calabrese, dimostra che i controlli funzionano e lo Stato c’è”. Lo afferma il senatore calabrese del M5S Giuseppe Fabio Auddino.

“Nella rete delle fiamme gialle, alle quali va un plauso per l’azione di contrasto alla criminalità condotta in questa e in altre operazioni, sono finiti elementi di spicco delle cosche di Gioia Tauro o delle 'ndrine reggine dei Tegano e Serraino ma anche capibastone della Locride appartenenti ai Commisso-Rumbo-Figliomeni di Siderno, Cordi' di Locri, Manno-Maiolo di Caulonia e D'Agostino di Canolo, tutti segnalati all'Inps per l'avvio del procedimento di revoca e di recupero dei benefici illegittimamente ottenuti”. “Solo attraverso un’azione decisa dello Stato e attraverso controlli serrati è possibile reprimere gli illeciti e scovare chi pensa di poter prendersi gioco dello Stato, sottraendo illecitamente risorse alla collettività”. “Grazie agli organi inquirenti e alle Fiamme gialle che con un’azione efficace e controlli serrati, contribuiscono a dare dignità una misura di civiltà e di politica attiva del lavoro, da tempo attesa dagli italiani, che punta a sostenere chi realmente si trova e vive in condizioni di marginalità sociale", conclude l'esponente del M5S.