Animali gestiti in modo “disumano”, scatta il sequestro per canile “lager”
Quasi 450 cani, 146 dei quali senza microchip, dunque non censiti nell’anagrafe canina, ed alcuni neppure registrati negli elenchi del canile in cui erano ospitati.
Poi, carcasse di animali morti messe in dei contenitori in plastica e riposte in una cella frigo ma non funzionante. Diversi gli animali con malattie della pelle, deperiti, con piaghe purulente e importanti ferite da morso causate durante gli scontri tra gli stessi alloggiati in 187 box ma senza alcun criterio di valutazione dal punto di vista comportamentale. Inoltre, quasi tutti non sterilizzati, con conseguenti effetti competitivi tra gli stessi in particolari periodi dell’anno.
Insomma, un “quadro sanitario” che anche i veterinari dell’Asp hanno definito senza mezzi termini come “sconfortante”, ed a cui si aggiungerebbe anche la mancanza di riscontri documentali sulle eventuali cure a cui gli animali sarebbero dovuti essere sottoposti, oltre al fatto che non fossero vaccinati per le principali malattie infettive come il cimurro o la rabbia.
Questo quanto è emerso durante un controllo in un canile di Contrada Gabelle a Sant’Ilario dello Jonio, eseguito al termine di una lunga indagine condotta dai Carabinieri di Siderno coordinati dalla Procura di Locri, e che alla fine ha portato al sequestro della struttura e alla denuncia di un imprenditore e di un dirigente dell’Asp di Reggio Calabria.
DALLA DENUNCIA AI SIGILLI
Indagine che è partita dopo la denuncia presentata da un’associazione a tutela dei diritti degli animali, nell’estate dello scorso anno. Intuita la veridicità e la pericolosità di quanto affermato da quest’ultima, i militari hanno subito informato la Procura che ha disposto l’avvio di una serie di accertamenti documentali e di controlli con l’ausilio dei militari del Nas e del Nil, della Stazione Forestali di Brancaleone, del Servizio Veterinario dell’Azienda sanitaria e della Task Force Veterinaria della Regione Calabria.
Da qui sarebbero emerse dunque una serie di irregolarità di rilievo penale nello smaltimento dei rifiuti e delle acque reflue, con gravi danni all’ambiente, ma anche per quanto riguarda il maltrattamento degli animali ospitati nella struttura.
Date le condizioni in cui versa il canile, quindi, il Tribunale di Locri, concordando con quanto richiesto dalla Procura, ne ha disposto il sequestro preventivo e ed in considerazione della particolarità del bene ha stabilito che lo stesso venisse assegnato ad un amministratore giudiziario con particolari requisiti, che potrà anche avvalersi dell’aiuto di associazioni animaliste e zoofile, alcune delle quali già resesi disponibili per garantire il benessere dei cani ospiti della struttura.