“Mascherine Tricolori”: settimo sabato di protesta
Continua senza sosta la protesta delle Mascherine Tricolori in tutta Italia. Domani, per il settimo sabato consecutivo, migliaia di italiani scenderanno in piazza contro il governo Conte, incapace di affrontare una crisi economica e sociale senza precedenti. Le manifestazioni si svolgeranno in tutte e venti le regioni italiane, concentrando le forze nei capoluoghi o nelle città principali di ogni singola regione.
Per quanto riguarda la Calabria, la manifestazione regionale si svolgerà a Reggio Calabria domani (sabato 13/6) alle 16:30 all'Arena dello Stretto.
“E’ dall'inizio del lockdown che gli italiani aspettano risposte. Sono passati più di tre mesi e ancora dobbiamo ascoltare gli annunci di Conte a base di fuffa, false promesse e inutili bonus monopattini. Ci sono lavoratori che ancora aspettano la cassa integrazione, imprenditori e commercianti che non riusciranno a riaprire, mentre nei prossimi mesi rischiamo di avere milioni di disoccupati. In questo scenario devastante dobbiamo anche leggere dei fantasmagorici piani elaborati da “mister task force” Vittorio Colao, che con le sue intuizioni geniali pensa di tassare ulteriormente i prelievi di contanti e di promuovere la propaganda gender nelle scuole”.
“Siamo imprenditori, commercianti, lavoratori, disoccupati, genitori, semplici cittadini. E abbiamo delle rivendicazioni chiare: sanatoria per tutte le multe elevate durante l’emergenza sanitaria, stop alle tasse per le imprese per tutto il 2020, soldi a fondo perduto erogati direttamente dallo Stato senza passare per le banche, liquidità immediata per le famiglie e le fasce più deboli della popolazione, piano di intervento straordinario per salvare il settore del turismo che rischia letteralmente di scomparire, aiuti massicci e regole meno stringenti per bar, ristoranti, palestre e tutte quelle attività che rischiano di chiudere prima ancora di riaprire, un piano per far ripartire veramente la scuola e garantire una formazione, nessun prolungamento per lo stato d'emergenza, nessuna altra cessione di libertà alla dittatura sanitaria. Questo governo deve andare a casa, la parola torni al popolo”.