Droga venduta vicino alle scuole: lo spaccio era “non stop”, anche per i minori
Gli investigatori li hanno definiti dei veri e proprio “poli di spaccio”, soprattutto di marijuana. Droga che veniva venduta in modo continuo e sistematico e per venire incontro alle esigenze dei clienti anche a qualsiasi ora del giorno.
Ma, cosa ancora più allarmante, la vendita avveniva finanche nei pressi delle scuole elementari e medie o di altri luoghi frequentati da minorenni alcuni dei quali acquirenti dei presunti spacciatori.
È quanto è emerso da un’indagine condotta dai carabinieri di Cariati, che coordinati dal Sostituto Mauron Gallone e diretti dal Procuratore facente funzione Simona Manera, della Procura di Castrovillari, stamani hanno arrestato due persone, finite in carcere (una 54enne, F.C., ed un 20enne, C.F.), mentre per altre due, padre e figlio (un 63enne, M.F., ed un 26enne, M.L.) è stato invece disposto il divieto di dimora nelle province di Cosenza e Crotone.
Le investigazioni sono partite intorno al mese di marzo dello scorso anno dopo alcune segnalazioni arrivate da genitori che avevano notato degli strani movimenti nei pressi degli istituti scolastici cariatesi, e hanno da subito consentito di effettuare alcuni preziosi riscontri, segnalando alla Prefettura bruzia degli assuntori di droga.
Proseguendo nelle indagini, però, si è scoperto un efficiente sistema di spaccio, per lo più di marijuana - anche se nel corso delle attività sono state sequestrate delle modiche quantità di cocaina - e una intensissima attività dei coinvolti che gravitava intorno ai due arrestati di oggi.
GLI SCAMBI DI CLIENTELA
Secondo gli inquirenti sarebbero stati proprio loro a gestire da un lato una fitta ed ampia rete di spaccio, che abbracciava soggetti residenti anche in comuni limitrofi come Mandatoriccio e Crucoli, e dall’altro un’intensa attività di “vendita” locale grazie alla complicità del marito e del figlio della donna (il 63enne ed il 20enne).
Grazie a delle videocamere installate nei pressi delle abitazioni e alle conversazioni captate nel corso delle intercettazioni è stato possibile svelare come i due arrestati non entrassero in conflitto tra loro ma fossero in piena sinergia, tanto che in alcuni casi sono stati registrati scambi di clientela quando lo stupefacente in possesso dell’uno e dell’altra non fosse subito disponibile.
È stata così individuata, di fatto, una capillare attività di cessione di droga. Molti i riscontri eseguiti dai militari, che hanno avuto modo di acclarare come gli indagati, così da evitare controlli ed eventuali conseguenze, preferissero trattare piccole quantità di stupefacente, in maniera da “ridurre” il proprio livello di responsabilità in caso di sequestri, e anche limitare le perdite economiche.
Gli investigatori ritengono rilevante, poi, il maldestro tentativo nel corso delle conversazioni sulla vendita dello stupefacente, di camuffare lo stesso con altri oggetti, in particolare riferendosi in termini criptici all’assunzione di caffè, ma tuttavia rendendo chiaro che in quel momento si stesse trattando l’acquisto di droga.
Molti gli episodi di spaccio registrati: oltre cinquecento in pochi mesi. In alcuni casi la sostanza era diretta ad assuntori minorenni abituali, che contattavano i pusher per fissare incontri ed effettuare gli scambi; in altri le cessioni, come accennavamo all’inizio, avvenivano all’esterno o in prossimità di scuole elementari e medie o di altri luoghi frequentati dai giovanissimi: condotte queste che hanno ovviamente aggravato alcune delle posizioni degli indagati.
ALTRI DODICI INDAGATI
Durante la notifica del provvedimento i militari hanno effettuato una serie di perquisizioni domiciliari nei confronti di altri dodici soggetti, tra cui quattro minori, uno dei quali che risiede a Genova, ed allo stato indagati per le stesse ipotesi di reato e che avrebbero rappresentato una sorta di “demoltiplicatore” per quanto riguarda la cessione degli stupefacenti.
Proprio al termine delle perquisizioni sono stati rinvenuti nelle in alcune case un totale di quattordici grammi di marijuana insieme a tre bilancini di precisione ed a contanti per 1.500 euro, che sono stati sequestrati e per i quali sono stati indagati in stato di libertà tre soggetti già destinatari di provvedimento.
L’operazione di oggi è stata eseguita dai Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza con il supporto dei colleghi delle Compagnie di Genova-Sampierdarena e San Severo, e con l’ausilio dello Squadrone Cacciatori Carabinieri “Calabria” e del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia.