Festival teatro classico, a Portigliola l’Edipo della scuola cinematografica della Calabria
È tutto pronto a Portigliola che l’otto agosto alle 21 ospiterà l’intrigante Edipo Re di Bernardo Migliaccio Spina nell’ambito dell’edizione 2020 del Festival del Teatro Classico “Tra Mito e Storia”.
La compagnia della Locride è pronta a emozionare gli spettatori con la messa in scena della rilettura della tragedia di Sofocle ad opera del registra Bernardo Migliaccio Spina. Uno spettacolo che, sviluppato durante la quarantena, promette di far riflettere sul periodo storico sociale che è stato vissuto dall’intera popolazione.
Il tutto esaurito fatto registrare con la straordinaria Elena di Elisabetta Pozzi si ripete anche con il secondo appuntamento dell’edizione 2020. È andato sold out lo spettacolo previsto per l’otto agosto, ma per garantire a tutti di assistere alla rivisitazione dell’immortale classico di Sofocle, che si presenta come un esperimento teatrale che vive in maniera sorprendente e originale attraverso la contaminazione di varie arti, la direzione del Festival e la scuola cinematografica della Calabria hanno deciso di organizzare una replica per domenica 9 agosto, alla stessa ora.
In queste due date, i talenti della Scuola Cinematografica della Calabria, che già durante la scorsa edizione ci hanno deliziato con la partecipazione alla prima nazionale del Faustus e con lo spettacolo extra-rassegna Lei ama me, torneranno a calcare il palco del Teatro Greco Romano di Portigliola rileggendo in chiave moderna il testo con cui il tragediografo greco ricordava quanto fragile fosse la benevolenza del popolo nei confronti di un re.
Attraverso un minuzioso lavoro di decostruzione e rielaborazione del testo originale teso a trasmettere disagio, paura e smarrimento al pubblico, il regista locrese racchiude e amplifica il messaggio sofocleo in un campo rom attanagliato dalla peste, facendo emergere le passioni grazie al ritmo, alle luci, ai suoni e alle visioni che accompagneranno la narrazione.
L’Edipo che ha liberato il campo dalla morsa della Sfinge rimane irrequieto e continua a sentirsi solo e minacciato. Immondi ricordi gli attanagliano la mente, freddi e taglienti. Eppure l’Oracolo non era mai stato così esplicito prima di allora. Un crescendo di tensione che culminerà in un’orrenda presa di consapevolezza della verità quando ormai sarà troppo tardi.
Una rilettura resa attuale non solo dalle passioni immortali che condizionano l’agire di Edipo, ma anche dai temi che la pandemia ha fatto emergere con prepotenza e inevitabilmente trattati in uno spettacolo costruito a proprio a distanza, durante la quarantena, che non sacrifica la rappresentazione corale pur rispettando le norme correnti.