Discarica di Celico, Comitato ambientale presilano: “game over, è piena”
“Sabato 22 agosto 2020 sono state sversate le ultime tonnellate di rifiuti che hanno riempito definitivamente l’enorme buca scavata tra i nostri boschi ...”
È quanto afferma in una nota stampa il Comitato ambientale presilano sostenendo che “finalmente è arrivata la parola fine ad una vicenda che avremmo preferito terminasse diversamente, con il blocco dei conferimenti e il ritiro delle autorizzazioni. Ma le leggi rivolte sempre ed esclusivamente alla tutela degli imprenditori, in barba agli interessi legittimi dei cittadini… lo hanno impedito”.
Da quanto riferisce lo stesso Cap, l’ultima ordinanza della Presidente Santelli avrebbe previsto l'utilizzo della discarica di Celico fino alla fine di settembre.
“Dai nostri calcoli – sostengono dal comitato - non erano rimasti volumi di abbanco sufficienti e lo avevamo scritto nei comunicati e con accesso agli atti della Regione. Lunedì scorso finalmente qualcuno si è accorto che la discarica è piena e che non può accogliere altri rifiuti.”
La domanda che si pongono dal Cp, poi, è se “Proveranno ad autorizzare dei sovrabbanchi? Possibile, ma – affermano - dovranno passare attraverso una nuova Valutazione di Impatto Ambientale o una Valutazione di Incidenza, una nuova Autorizzazione Integrata Ambientale, un nuovo Piano di Monitoraggio e delle conferenze dei servizi alle quali non permetteremo che vengano più forniti pareri positivi, come fatto sino al 2014 dal Comune di Celico, nel silenzio assordante dei comuni limitrofi, del Parco della Sila, della Provincia, della Usp, dell’Arpacal e della Soprintendenza.”
“Rimane in funzione – sostengono ancora - l’impianto di lavorazione dei rifiuti, che utilizza tecnologie vetuste, per il quale pende una strana richiesta di ampliamento alla quale ci siamo già opposti. L'impianto continuerà ad emanare miasmi perché le soluzioni messe in atto sinora non hanno impedito il diffondersi di cattivi odori”.
Dal comitato ribadiscono di voler rimanere vigili: “Lottare – affermano - per impedire che l’ampliamento dell’impianto venga autorizzato e soprattutto per prevenire l'apertura di nuove buche o il sovabbanco delle esistenti. La lotta non è finita. Il territorio si difende con la vigilanza costante e lottando per aumentare le norme di tutela. Il nostro obiettivo è l'ampliamento del Parco della Sila sino a giungere alle porte di Cosenza”.