Chiusa la discarica di Celico, il Comitato Ambientale: ennesima emergenza
Il Comitato Ambientale Presilano appreso della chiusura dell’impianto di trattamento rifiuti di Celico, nel cosentino, sostiene in una nota che la chiusura è avvenuta dopo “l’entrata in vigore dell’ordinanza comunale che vieta il transito ai mezzi autotreni e autoarticolati”. “Ordinanza da lungo tempo attesa - sostengono dal Comitato - che ha lo scopo di ristabilire un minimo di legalità lungo una strada” che a loro dire non sarebbe “idonea a sopportare un traffico merci di quella portata”.
“Come già comunicato, grazie a questa ordinanza ed al nostro presidio - affermano in una nota - lunedì scorso i mezzi che volevano transitare … lungo la Sp 256 sono stati costretti a tornare indietro dalle forze dell’ordine. Oggi gli stessi mezzi si trovano parcheggiati di fronte all’accesso, peraltro chiuso, della stessa strada che gli è impedita di percorrere”. “Per questo”, secondo il comitato, “la società che gestisce l’impianto” avrebbe deciso di chiudere la discarica, “motivandola col mancato pagamento delle spettanze da parte della Regione”.
“Come già accaduto più volte - affermano dal Comitato Ambientale - i privati battono cassa e tentano di alzare la posta in palio chiudendo l’impianto, costruendo … l’ennesima emergenza rifiuti in Calabria. Quello che succederà nei prossimi giorni è infatti scontato e facilmente prevedibile. Le città e i paesi saranno invasi dalla spazzatura e la Regione chiederà al Prefetto di ristabilire l’ordine pubblico, chiedendo la revoca dell’ordinanza del Comune di Celico”
“Il tal quale - si legge ancora nella nota - … è più remunerativo di qualsiasi residuo indifferenziato. Inoltre si eviterebbero, sempre grazie all’emergenza, i pretrattamenti imposti per legge che oberano di lavoro le vasche della biostabilizzazione …”.
Il Comitato Ambientale Presilano ribadisce come “il reiterarsi, per giunta con tale frequenza, dello stato di ‘emergenza’ palesi ancora una volta l’incapacità e la mancanza di volontà di gestire il ciclo dei rifiuti in modo più moderno ed efficiente in una regione come la Calabria, in cui vivono poco meno di 2 milioni di persone che producono appena 900 mila tonnellate all'anno, e che qualora si dovesse davvero ricorrere a questo strumento, tanto caro alla politica che non sa programmare, vi opporrà deciso rifiuto”.
“Torniamo ad affermare insieme all'intero Coordinamento dei comitati regionali - concludono - che l’unica strada percorribile è l’attuazione di politiche di raccolta e smistamento differenziato e di riciclo, secondo le recenti direttive europee, che sono poi le basi della strategia Rifiuti Zero”.