Operazione Imponimento, Tdl scarcera Antonio Mazzotta
Il Tribunale del Riesame di Catanzaro - presieduto da Giuseppe Valea - ha disposto la scarcerazione di Antonio Mazzotta, finito in arresto a fine luglio scorso nell’ambito dell’operazione della Dda denominata Imponimento (QUI), ed accusato di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga aggravata dal metodo mafioso.
Il Tdl, ha accolto le tesi difensive del suo difensore, Luciano Vonella, che dinanzi al collegio dei giudici aveva chiarito che non sussistessero i presupposti del reato associativo, tantomeno dell’aggravante mafiosa e dei gravi indizi di colpevolezza e pertanto non che non vi fossero le esigenze cautelari per il proprio assistito.
L’operazione, scattata all’alba del 21 luglio (QUI), ha coinvolto numerosi indagati a cui sono stati contestati, a vario titolo, gravi delitti tra cui, appunto, quello di associazione mafiosa, associazione dedita al traffico di droga, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, turbative d’asta, corruzione, intestazione fittizia di beni, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione e traffico di armi, danneggiamenti, traffico di moneta falsa, traffico di influenze illecite, truffe ai danni dell’Inail, reati ambientali.
Dopo l’adozione da parte dei gip competenti per la fase della convalida del fermo, il gip Distrettuale di Catanzaro, competente per il procedimento penale, e a seguito della successiva richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ha emesso, il 12 agosto successivo la nuova ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 75 degli indagati.
In particolare, per 64 è stato previsto il carcere, tra cui il presunto capo cosca Rocco Anello che non era stato attinto dal fermo in quanto già detenuto; mentre in 11 erano finiti ai domiciliari.