Covid. Unsic: scuole riapriranno con almeno un migliaio di contagiosi, che non lo sanno
Potrebbero essere almeno un migliaio in tutta Italia, tra studenti, docenti e non docenti, gli inconsapevoli contagiosi da coronavirus presenti al suono della prima campanella la prossima settimana.
Ovviamente si tratta di un rischio che non lascia immune neanche la Calabria. È quanto ha calcolato l’Unsic, il sindacato datoriale con 2.100 Caf in tutta Italia, elaborando i dati diffusi dal commissario per l'emergenza Domenico Arcuri sui test sierologici effettuati nelle scorse settimane dal personale scolastico.
A fronte di 500mila persone sottoposte allo screening, la metà del totale impiegato nelle scuole, 13mila sono risultate positive al test, ricorda Domenico Mamone, presidente della Sigla.
“Ovviamente - spiega - ciò non equivale alla positività al coronavirus, il più delle volte si tratta di vecchio contagio: il successivo controllo al tampone abbatte notevolmente questo bacino”.
Mamone, in tal senso, fa l’esempio di altre regioni: la Campania dove sono risultati effettivamente contagiati in quattro, l’Emilia-Romagna, in due; le Marche, uno; la Liguria e Molise, zero, e benché questi dati non siano consolidati in attesa di nuovi tamponi. “Il problema – ribadisce il presidente - è che fuori dallo screening sono rimaste circa 500mila persone tra docenti e non docenti e soprattutto otto milioni e mezzo di studenti”.
In base a quanto è emerso dallo screening, secondo l’Unsic è possibile ipotizzare, proiettando i dati sul campione 18 volte più numeroso, composto quasi esclusivamente da studenti, almeno un migliaio di soggetti potenzialmente contagiosi. Con differenze accentuate tra i territori.
“In Lombardia, dove lo screening è stato in assoluto il più importante, coinvolgendo 95.324 docenti e non docenti, pari al 70 per cento circa del totale, i positivi al test sono stati 4.528 pari al 4,75 per cento. Se in Alto Adige siamo intorno al 3 per cento, si scende fino all’1 per cento in Abruzzo (83 su 11mila), a meno dello 0,5 in Friuli-Venezia Giulia (52 su 9.090) e in Puglia (400 su 82.600)”, conclude Mamone.
In termini generali, secondo quanto riporta l’Istituto superiore di sanità, meno di un terzo delle identificazioni del Covid-19 (31,2 per cento nel periodo tra il 3 e il 16 agosto) avviene perché sintomatici, mentre secondo i dati di OpenCovid, riferiti al periodo 12-21 giugno, percentuali di nuovi positivi tra il 32 per cento in Lombardia, il 47 in Piemonte e il 70 in Emilia-Romagna derivano da tamponi effettuati a seguito dei test sierologici, con una funzione sempre più importante.