Morte Rossana Rossanda, Manna: “lascito sul quale ricostruire l’idea di una società libera”

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“Rossana Rossanda ha vissuto a cavallo tra due secoli e qualche generazione, sempre in nome dei propri ideali di giustizia e non violenza, con quello straordinario spirito postbellico e antifascista che l’ha resa narratrice di una storia collettiva, di un patrimonio valoriale sempre rigorosa, mai piegata ai poteri forti. Che il suo sia un lascito sul quale ricostruire l’idea di una società libera, scevra da omologazioni, populismi e strumentalizzazioni di sorta”. Ad affermarlo in una nota alla stampa il sindaco di Rende Marcello Manna alla notizia della morte, la scorsa notte a Roma, della fondatrice de “Il Manifesto”.

“La ragazza del secolo scorso –ha sottolineato poi il primo cittadino- ha sempre incarnato gli ideali di coerenza, di consapevolezza che senza libertà individuale non può esistere quella civile, senza cultura la politica non può garantire l’effettiva democrazia”.

“La morte di Rossana è un grande dolore e una perdita immensa”, ha dichiarato l’assessora alla cultura Marta Petrusewicz che ha poi aggiunto: “la sua voce - sobria, decisa, motivata - le sue posizioni politiche risolutamente anti-staliniste, il suo sguardo rivolto al mondo e alle sue evoluzioni/rivoluzioni, l'attenzione alle periferie e ai movimenti, il coraggio di prendere decisioni prorompenti senza mai guardare alle "sconvenienze" che avrebbero sulla sua vita. L'ho conosciuta appena arrivata in Italia, io ragazzina appena ventenne sono andata a chiederle il sostegno per Jacek Kuron e Karol Modzelewski, i dissidenti polacchi imprigionati dal regime polacco. L'ho frequentata molto, nei suoi anni parigini con KS Karol, il suo compagno ebreo polacco che apparteneva alla generazione politica e al percorso personale di miei genitori”.