La voce della coscienza parla in napoletano nella raccolta poesie di Francesco Vignis
La voce della coscienza parla in versi. O almeno succede nella raccolta di poesie di Francesco Vignis che, per la casa editrice Edizioni progetto cultura, ha scritto una raccolta dal titolo: “A voce d'a cuscienza”.
Nel libro, Vignis racconta in versi i propri valori, e usa il dialetto napoletano perché lui, che della comunicazione ha fatto la propria vita, ha deciso di narrare il proprio mondo interiore nella “lingua” con la quale pensa. Ma i versi sono stati composti a Crotone, la città di adozione dove vive ormai da anni. E dove è entrato in contatto con musicisti, artisti, scrittori. Personalità del mondo dell’arte che lo hanno ispirato fino a decidere di mettere su carta i propri valori e le proprie esperienze.
E come è scritto sul sito della casa editrice, Vignis “si è sempre considerato un “passista” della parola ritenendo la poesia adatta più agli “scalatori” ma, con questa sua prima raccolta, ha deciso di confrontarsi con le “vette” dei versi con la convinzione che un poeta debba inseguire non una rima ma un’emozione.
“Più che aspirare alla “maglia rosa” si propone di passare la “borraccia” al suo lettore attraverso le parole, per le quali nutre il rispetto più assoluto, per arrivare insieme al traguardo di una pace interiore che, come dice il suo “nume tutelare” Eduardo De Filippo, si ottiene senza scendere a patti con la coscienza e la dignità”.