Caccia: il Wwf contesta la Regione sul calendario venatorio

Calabria Attualità

"Con una solerzia degna di ben altre cause, l’Assessorato Regionale all’Agricoltura “pro Caccia” e Pesca, consapevole della stangata rimediata dopo la sentenza del TAR che ha accolto in parte le osservazioni di WWF e LIPU, cerca affannosamente di correre ai ripari rassicurando i cacciatori sul proprio indefesso e tempestivo impegno finalizzato a consentire di nuovo l’attività venatoria là dove il TAR ha stabilito che per il momento è interdetta “ limitando al minimo il periodo di sospensione della caccia in aree ZPS e SIC”."

Lo si legge in una nota dell'Associazione ambientalista WWF -

"Visto che di agricoltura, caccia e bestiame vario - si legge nella nota - si parla, all’ Assessorato cercano di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. Detto fuor di metafora: dopo aver sistematicamente ignorato le osservazioni e le proposte delle associazioni ambientaliste e preferendo concertare con l’altra parte tutti i dettagli del calendario venatorio, per il secondo anno consecutivo (a parte diversi precedenti), il TAR rimanda al mittente alcune “concessioni” generosamente elargite dall’ente. Infatti, oltre all’ azzardata e testarda inclusione di due specie (Moriglione e Pavoncella) nell’elenco di quelle cacciabili, ora di nuovo escluse (perseverare è diabolico), i benefattori dell’Assessorato non solo avevano aperto anticipatamente a settembre la caccia ad alcune specie (Colombaccio, Ghiandaia, Cornacchia grigia e Gazza), ma ne avevano pure disposto la chiusura posticipata, senza il rispetto dell’arco temporale massimo previsto. Conclusione: se si è aperta prima, ora bisogna chiuderla prima e cioè il 13 gennaio."

"Ma se c’è un fatto - è scritto - che rappresenta lo zenit dello stato di condiscendenza dell’Assessorato Regionale nei confronti di chi, armato, insidia il patrimonio faunistico , è la volontà di ripristinare quanto prima ciò che il TAR appena pochi giorni fa aveva giudicato inammissibile: continuare a sparare in tutte quelle aree di “Natura 2000” (SIC e ZPS) prive di una Valutazione di Incidenza, con l’impegno a lavorare “per consentire il rapido ed efficace ripristino dell’attività venatoria pure in tali aree” (SIC!!). Una finalità che ripropone quasi testualmente quanto comunicato dalle stesse associazioni venatorie, a ulteriore conferma della dichiarata “consuetudine ormai consolidata” alla “collaborazione”."

"C’è da chiedersi - si legge ancora - però come mai tale attivissimo Assessorato, tanto bravo a propinarci ogni anno favolosi piani di abbattimenti di cinghiali (una volta 3500, poi 500, poi 10.000, avanti il prossimo), squadre di infallibili tiratori scelti (per poi ripetere puntualmente la logora e ormai stancante manfrina della “lotta agli ungulati”) non ci ha pensato prima a redigere la Valutazione di Incidenza per le aree Natura 2000?

E a proposito di danni da ungulati: dove erano i suoi rappresentanti quando si decidevano allegri e spensierati “lanci” per “ripopolamenti” di cinghiali laddove non si erano mai visti prima, a tutto discapito degli stessi agricoltori?

Cosa uscirà adesso dai cilindri della Cittadella? Valutazioni di Incidenza per le decine e decine di Sic e per le sei Zone di Protezione Speciale (ZPS), o pensano di proporne una “onnicomprensiva”, magari con una solenne dichiarazione di principio secondo cui la caccia nelle aree protette non disturba né danneggia la fauna, ma “si limita” ad ucciderla?"

"Ma se - si legge infine - del feeling che unisce quell’assessorato al mondo venatorio non nutrivamo alcun dubbio, stupisce invece il riferimento, nel comunicato, al medesimo impegno da parte dell’Assessorato all’Ambiente che, se confermato (ci auguriamo di no) rappresenterebbe un raro caso di schizofrenia istituzionale.

Perché risulterebbe a dir poco incomprensibile come quello stesso Assessorato che, utilizzando le migliori conoscenze a livello scientifico universitario e ingenti risorse economiche aveva istituito prima e promosso poi progetti di conservazione per le aree Natura 2000 sulla base di quanto previsto dalle Direttive Internazionali e da provvedimenti statali e regionali, si ritrovi oggi a rinnegare quanto fatto finora. Il tutto a discapito proprio di quella fauna che, in gran parte, aveva giustificato l’inserimento di una determinata area nell’elenco di quelle protette oggi vietate alla caccia. Siamo certi che l’Assessore al ramo De Caprio vorrà ribadire anche in questa occasione la Sua volontà a salvaguardare l’ambiente di questa Regione. Animali inclusi."