Cnca, vogliamo politiche sociali che diano garanzia di cittadinanza

Calabria Attualità

Noi donne del Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza della Calabria ricordiamo questo 8 marzo a tutela dei diritti sociali oggi fortemente a rischio nella nostra regione con conseguenze gravissime per tutta la popolazione e soprattutto per le donne calabresi. I diritti sociali più a rischio riguardano l’istruzione, la garanzia di cure nella malattia, l’abitazione, la sicurezza del reddito. I finanziamenti della spesa sociale prevedono nel 2011 tagli che graveranno pesantemente sulle vite delle donne italiane e ancor di più su quelle calabresi. I fondi sociali dal 2009 erano di 2 miliardi e 520 milioni, nel 2011 si prevedono solo 349 milioni. Le cifre sono eloquenti: ad esempio, il fondo per i servizi all’infanzia passa da 446 milioni nel 2009 a 0 euro nel 2011; il fondo per le non autosufficienze nel 2009 era di 400 milioni, ma nel 2011 sono previsti 0 euro. Le donne italiane fino ad oggi possono contare ben poco sulle strutture pubbliche per potere conciliare il lavoro e la famiglia. Prendendo i dati sugli asili nido emerge che vi sono solo dai 20 ai 30 posti negli asili nido per 100 bambini per le Regioni del Nord, per arrivare al Mezzogiorno dove il dato è veramente impressionante, ad esempio in Calabria vi sono solo 5 posti in asilo nido per 100 bambini. Ancora oggi in Italia le pari opportunità sono estremamente critiche, il tasso di occupazione delle donne è del 20% più basso di quello maschile, e si accentua in Calabria arrivando al 30%. Abbiamo bisogno di politiche sociali, abbiamo bisogno di servizi che accompagnino le persone nelle diverse fasi della loro vita: essi sono un diritto della persona che porta con sé fatiche e vulnerabilità per non dipendere esclusivamente dalla solidarietà dei familiari. La politica dei tagli alle spese sociali, riguardanti i servizi per l’infanzia e alla non autosufficienza, sta portando le persone fragili a dover contare pesantemente sulla sola disponibilità familiare e prioritariamente su quella delle donne. Abbattere le politiche sociali è negare i nostri diritti, è un taglio alla cittadinanza delle donne.