Coldiretti: “Calabria prima regione in Italia per aziende bio”
Nuovo importante primato per la Calabria: è la prima regione in Italia per numero di aziende biologiche, per un totale di 110.030 operatori, ed ale allo stesso tempo è la terza regione per superficie di coltivazioni biologiche, ben 208.292 ettari.
Numeri messi nero su bianco nel rapporto “Bio in cifre 2020” presentato dall’Ismea nel corso dell’incontro organizzato da Coldiretti per il rapporto annuale del Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica.
Il consumo di prodotti biologici ha registrato un sensibile aumento in tutta Italia, premiando sopratutto ortaggi e verdure fresche con un aumento delle vendite del 7,2% e sopratutto le uova, aumentate del 9,7%. Tendenza che ha coinvolto anche la Calabria, che assieme a Sicilia e Puglia forma il podio nazionale per terreni a coltivazioni bio.
"L’agricoltura biologica rappresenta un tassello sempre più importante dell’agroalimentare calabrese di qualità, a tal fine occorre materia prima calabrese 100% certificata e questo va ad incidere nella riduzione delle importazioni, con un ulteriore stimolo di crescita di questo speciale comparto”. È il commento di Francesco Cosentini, direttore di Coldiretti Calabria, che tiene a ricordare l’importanza del rispetto degli standard nazionali ed europei.
“La Calabria nei Disciplinari di Produzione Integrata delle infestanti e pratiche agronomiche, a partire dal 2016, ha eliminato il ‘glifosate’ e l’agricoltura calabrese si è qualificata ancor di più sui mercati con produzioni ‘glyphosate zero’ e, confermando alti standard qualitativi, si è resa garante della sicurezza alimentare: questo - conclude Cosentini - ha inciso notevolmente sulla valorizzazione delle nostre produzioni”.
Dello stesso avviso anche il presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto, che ribadisce la necessità di “intensificare le attività di controllo e certificazione del prodotto biologico in entrata da Paesi extracomunitari anche con un maggiore coinvolgimento delle autorità doganali, al fine di garantire sia i consumatori finali rispetto alla qualità delle produzioni, sia una corretta concorrenza tra produttori intra ed extra Ue”.
Complessivamente, l’incidenza di coltivazioni biologiche ha raggiunto il 30% della superficie agricola utilizzata nel corso del 2019.