Giornate Fai d’autunno, alla scoperta dei siti calabresi
San Demetrio Corone, Cessaniti, Portigliola e Tiriolo. Sono i luoghi in cui che sabato 24 e domenica 25 ottobre saranno aperti per l’edizione 2020 delle Giornate FAI d’Autunno. Si tratta di oltre mille aperture a contributo libero in 400 città in tutta Italia, organizzate per la prima volta in due fine settimana, sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre.
Così in occasione dell’evento, dedicato a Giulia Maria Crespi, scomparsa lo scorso luglio, i gruppi Fai Giovani, sono diventati gli ideali eredi e i testimoni dei valori che per tutta la vita hanno guidato la Fondatrice e Presidente Onoraria del Fai.
Nel week end si potrà dunque visitare la chiesa di Sant’Adriano di San Demetrio Corone, piccolo borgo sulle colline dalla pianura di Sibari e a ridosso della Sila greca, è un autentico capolavoro di epoca – come testimoniato dalle verifiche archeologiche sulle strutture e dalle superstiti testimonianze musive, pittoriche e scultoree - bizantina e normanna. Qui si conservano infatti la cultura, le tradizioni, la lingua, il rito bizantino e i costumi coloratissimi. Il paese è inoltre sede del Collegio Italo-Albanese di Sant’Adriano, un importante organismo religioso e culturale per la conservazione del rito orientale, delle tradizioni e del patrimonio identitario arbëreshë. Oggi la chiesa è normalmente chiusa al pubblico e le messe vi vengono celebrate esclusivamente su richiesta.
A Cessaniti i curiosi potranno visitare il sito paleontologico. Si tratta di una grande cava di sabbia bianca ricca di fossili anche visibili con un meraviglioso panorama sullo sfondo: la visita a questo sito paleontologico, un unicum nel contesto delle risorse geologiche calabresi, accompagnerà il pubblico sul fondo di un antico mare, alla ricerca degli animali che lo popolavano, nascosti e ancora intrappolati nella sabbia che li ha custoditi per anni. Pesci, molluschi e mammiferi, sia marini che terrestri, qui rinvenuti, hanno permesso di studiare e comprendere l’evoluzione ambientale e geografica del territorio nel corso dell’era Tortoniana (oltre 7 milioni di anni fa), nonché di dare impulso alla divulgazione della paleontologia e all’esposizione museale. Di proprietà privata, il luogo è normalmente chiuso al pubblico. Gli iscritti FAI avranno in esclusiva l’opportunità di visitare il piano superiore del Palazzo Monteleone Bruzzano a Cessaniti, mentre domenica potranno gustare prodotti del luogo e ascoltare musica.
A Portignola sarà dato spazio alle visite del Palatium di Quote San Francesco. Poco lontano dal tratto sud dalle mura di cinta di Locri, nel comune di Portigliola, sorge il monumento più significativo del periodo tardoantico (V-VII secolo d.C.): il palatium in contrada Quote S. Francesco, mai aperto al pubblico prima d'ora. Si tratta di un complesso eccezionalmente conservato di cui facevano parte un edificio termale e un nucleo residenziale, forse articolato originariamente su due piani, un tempo creduto una chiesa paleocristiana. Il palatium era la residenza fortificata di un potente dominus, forse al centro di un’ampia proprietà terriera, sviluppatosi in un momento storico in cui la società si trasformava e assumeva l’aspetto che sarà caratteristico dell’età medievale. La vita del palatium di Quote S. Francesco si protrasse fino al VII secolo d.C. quando le incursioni arabe e il diffondersi della malaria provocarono il definitivo abbandono dell’area e portarono allo sviluppo di Gerace.
Mentre a Tiriolo i volontari saranno disponibili per accompagnare i visitatori tra le vie del piccolo borgo. Ubicato nel punto più stretto della penisola calabrese ed è l’unico luogo in Italia in cui la vista abbraccia i due Mari: lo Ionio e il Tirreno. Nelle serate senza foschia si può assistere a un meraviglioso spettacolo: il sole tramonta dietro le Eolie e la vista si apre sullo Stromboli fumante. Il suo centro storico è stato giudicato tra i 12 più belli della Calabria. È situato su un’altura e si snoda tra viuzze, vicoli e piazzette che fanno da cornice a umili case, botteghe artigiane e palazzi nobiliari.
Le maschere apotropaiche, sull'uscio di alcune porte, i contadini che tornano dalla campagna portando sulle spalle la bisaccia con il raccolto, le donne canefore con le ceste sulla testa costituiscono un elemento tipico che ancora, a frammenti, resiste. Il professor Wolf individua in Tiriolo la terra dei Feaci dove approdò Ulisse, tornando verso casa. Tra le tappe fondamentali, la visita al Parco archeologico con il magnifico Palazzo dei Delfini, alle numerose Chiese che custodiscono preziose opere, a piazza Italia con il maestoso Ulisse bifronte e ai ruderi del Castello. Ricca di interesse la visita guidata alla fattoria didattica Torchia.