Catanzaro. Le associazioni a Spirlì: “Serve diversa valutazione del rischio epidemiologico”
Porta la firma di Maurizio Mottola Di Amato (presidente dell’associazione “Catanzaro dentro le mura”), di Alberto Tiriolo (Centro studi Politico-sociali “Don Francesco Caporale”) e di Carlo Piroso (presidente dell’associazione “Liberamente”) la lettera inoltrata al presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, in cui viene sollecitata l’adozione di immediate azioni finalizzate ad ottenere una diversa valutazione del rischio epidemiologico e, quindi, ad una diversa classificazione della regione al momento qualificata come “Zona Rossa”.
“Riteniamo, dunque, che la sua azione possa andare, senza indugio, nella direzione di: assumere immediatamente personale medico e paramedico a tempo determinato; sollecitare il prefetto a requisire i posti letto disponibili nelle strutture pubbliche e/o private per come consente la legge ai sensi del decreto c.d. “Cura Italia”; e/o attivarsi nella sua qualità per acquisire la disponibilità di cliniche e case di cura private”, prosegue ancora la lettera.
Mottola Di Amato, Tiriolo e Piroso chiedono, inoltre, di “acquisire ogni elemento utile a comprendere per quale motivo in alcune regioni ci sono strutture che per processare un tampone e comunicarne l’esito all’interessato impiegano poco tempo e trasferire tale esperienza immediatamente al personale che opera nella nostra regione”.
“Riteniamo – conclude la lettera - che ponendo in essere simultaneamente ed immediatamente tali azioni si riesca ad ottenere una valutazione del rischio epidemiologico ben diversa da quella odierna e sicuramente tale da far classificare la nostra regione al pari delle regioni italiane più virtuose. La salute è il bene più prezioso che abbiamo ed abbiamo il dovere di tutelarlo ad ogni costo”.
“Ci permettiamo di osservare – scrivo nella lettera indirizzata a Spirlì - che più che impugnare il dpcm al Tar Lazio, dovrebbe, a nostro sommesso parere, valutare le criticità sottese al documento dell’istituto superiore della sanità cui hanno partecipato le regioni. ed infatti, la Calabria non è stata individuata Zona Rossa solo per la mancanza di posti letto covid, bensì è stata considerata una regione che presenta “una situazione di trasmissibilità non controllata e che presenta una criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo”.
“L’algoritmo che si applica per determinare il colore da dare alle diverse regioni dell’Italia tiene conto del sistema sanitario nel suo complesso, e quindi, tra l’altro: del numero del personale medico e paramedico in relazione alla popolazione residente; del numero dei posti letto disponibili in relazione alla popolazione residente del tempo impiegato a processare i tamponi e comunicare l’esito agli interessati”