Sainato: “sanità problema antico della Calabria, denso di responsabilità politiche”
Il Consigliere regionale Raffaele Sainato è intervenuto duramente durante l’assemblea straordinaria del Consiglio Regionale in corso dal primo pomeriggio di ieri a Palazzo Campanella, tutto concentrato sull’emergenza da Covid19, che ha visto la Calabria zona rossa sottoposta a lokdown preventivo. Nel ringraziare l’aula Sainato ha aperto il suo intervento riferendosi allo scandalo Cotticelli (QUI) con una battuta sarcastica sulla necessità di dover prevedere forse un maestro di sostegno a supporto del Commissario, che si doveva occupare del Covid19, per fargli capire le proprie competenze.
“La sanità - ha sottolineato entrando a gamba tesa sul problema- è un problema antico per la Calabria denso di responsabilità politica. Un problema che si dipana in oltre 20 anni, ed oggi, al di là delle zone gialle o rosse, l’incognita è affrontare la responsabilità politica afferente al comparto. Il Commissariamento, come si sapeva da anni, non era la via giusta da seguire. Purtroppo, siamo giunti al Commissariamento per una cattiva gestione politica ed oggi rischiamo di farci commissariare anche in altri settori economici e produttivi fondamentali”.
Quindi riferendosi alle proteste più recenti della cittadinanza ha sottolineato: “Ora è necessario far capire come sono andate le cose ai cittadini negli ultimi otto mesi. Si è scatenata la piazza in questi giorni non per paura del Covid, ma perché la gente ha fame. È necessario trovare una soluzione per chi ha famiglia, per le partite iva e per i piccoli commercianti. Ha fatto bene Orsomarso – ha riconosciuto Sainato - in questi otto mesi portando avanti il Riparti Calabria, ma oggi dobbiamo sveltire il percorso amministrativo necessario ad ottenere i ristori. Chiediamo a Conte di snellire le procedure per ottenere i contributi. Non si potrà far dipendere i ristori solo dalla possibilità delle attività commerciali di avere un DURC in regola”.
“Noi calabresi - ha interpretato il Consigliere Regionale - non scendiamo in piazza facilmente, ma se lo facciamo è perché il problema è davvero divenuto insostenibile. Oggi, non siamo in grado anche con le risorse che lo Stato ci ha destinato, di far aumentare i posti per raggiungere le promesse 310 degenze di terapia intensiva. Ognuno è testimone della difficoltà di gestione di fronte al Commissariamento, spesso a livello regionale ci è divisi sui problemi. Spetta a noi risolvere le incertezze. Spetta alla politica, al Consiglio Regionale e spetta sicuramente al Governo. Chi ha la possibilità di parlare con il Governo amico lo faccia e spieghi che la Calabria non è una terra di conquista e di rastrellamento di voti. È una terra che merita soluzioni!”
Rifacendosi ai contesti locali di cui per anni si è occupato ha affermato infine: “Se qualcosa si è riusciti a fare finora lo si è fatto grazie alle continue diffide. Penso ai casi degli ospedali di Siderno, chiuso da anni, e dell’Ospedale Spoke di Locri. Da qui sono passati tanti ministri: la Lorezin, la Grillo, lo stesso Presidente Conte, che promise di tornare a gennaio ma che ancora stiamo aspettando! La gente ci giudica ogni giorno sui risultati che portiamo a termine”.
“La distruzione della sanità – sottolinea per chiarire- avviene nel momento in cui il primario di turno o il medico di turno si rivolgono alla politica amica per avere i favori del caso, dal trasferimento alla progressione di carriera. Qualcuno ha criticato i vecchi Comitati di gestione, un tempo attivi sul comparto locale, ma da vecchio politico del territorio, ricordo come i Comitati di Gestione abbiano portato più risultati dei commissariamenti succedutisi negli ultimi 10 anni. Allora vi erano rappresentati tutti i partiti e questi sceglievano i medici migliori per ricoprire le responsabilità più adatte, gli incarichi più opportuni per raggiungere i risultati attesi; questa era la battaglia politica dei territori”. Sainato ha quindi chiuso il suo intervento, non senza una punta di polemica, ricordando l’ex ministro Grillo e le promesse competenze del Generale Cotticelli, che sarebbe stato scelto per le garanzie legate ai suoi incontestabili meriti nel comparto sanitario. “Se questi sono i politici che dovevano risolvere i problemi sanitari e sociali – ha concluso- allora è forse giunto il momento di mettersi da parte”.