Emergenza cinghiali, Coldiretti: “Questione irrisolta, confidiamo in un provvedimento ad hoc”
Lancia l’allarme la Coldiretti Calabria: con la chiusura della caccia imposta dall’ultimo Dcpm, l’emergenza cinghiali sta diventando drammatica. “Negli ultimi cinque anni, la presenza dei cinghiali in Calabria è ormai triplicata. Una situazione ormai davvero insostenibile che sta massacrando l’agricoltura e che arreca pericolo ai cittadini”.
Per questo, come riferisce il presidente Franco Aceto, l’associazione ha presentato le criticità del settore agricolo al dipartimento regionale Agricoltura. “Abbiamo avuto rassicurazioni in merito, e confidiamo che il provvedimento sarà emanato al più presto”.
Per Aceto è quindi “necessario continuare ad insistere presso il Governo affinchè, nonostante le restrizioni imposte dal Covid, provveda a riaprire la caccia e a prorogare quella al cinghiale in modo da autorizzare tempestivamente le squadre di selecontrollori. Di fronte ad una totale indifferenza da parte del governo, è necessario che la nostra Regione assuma provvedimenti forti e decisivi, eventualmente invocando, anche lo stato di emergenza e di tutela della salute pubblica.
“Se non si interviene subito – aggiunge Aceto – ci saranno danni permanenti e duraturi poiché, la proliferazione senza freni dei cinghiali sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali”.
Aceto parla poi di una situazione che sarebbe “arrivata al limite” e per questo chiede che l’emergenza venga “affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero. E’ una situazione che non possiamo più permettere – conclude il leader di Coldiretti Calabria - il sovrappopolamento della specie, dato assolutamente inconfutabile, deprezza il territorio in tutti i suoi aspetti e contribuisce allo spopolamento delle nostre aree rurali e di montagna dopo anni di lavoro e di presidio grazie proprio all’impegno degli agricoltori che mantengono vivi i territori”.