Avanza l’operazione “Fratelli d’acciaio”: sequestrati beni per 1 milione di euro

Catanzaro Cronaca

È in corso di esecuzione in queste ore il sequestro del patrimonio immobiliare - del valore di circa 1 milione di euro – riconducibile ad Alfredo e Vincenzo Mercuri, di 55 e 82 anni, convolti nell’operazione denominata “Fratelli D’acciaio, che ha portato a smantellare un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di innumerevoli reati di bancarotta fraudolenta e di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte ai danni dell’erario.

Suddetta operazione, condotta dai Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, era scattata all’alba dello scorso è novembre tra Lombardia, Piemonte, Puglia e Calabria.

Stamani gli stessi finanzieri, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, dottor Salvatore Curcio, e dal Sostituto Procuratore Marta Agostini, hanno dato il via al sequestro in esecuzione della misura cautelare e reale emanata, nelle scorse settimane, dalla dottoressa Rossella Prignani, Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lamezia Terme, con la quale era stato disposto nei confronti, tra gli altri, di Mercuri Alfredo e Mercuri Vincenzo, il sequestro di somme di denaro e delle quote di due società, operanti nel settore della fabbricazione e commercializzazione del legno e dell’acciaio, fino alla concorrenza della somma di circa 2,5 milioni di euro.

LE INDAGINI

Le indagini – ricorda in una nota la Gdf- con le quali erano stati raccolti molteplici elementi che avevano permesso di ritenere esistente un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di innumerevoli reati di bancarotta fraudolenta e di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte ai danni dell’erario, avevano disvelato un artificioso sistema fraudolento posto in essere da alcune società con sede a Lamezia Terme, Milano e Torino e riconducibili al “Gruppo Mercuri”, nota famiglia imprenditoriale lametina.

Era stato accertato, infatti, che talune loro società, dopo aver accumulato consistenti debiti di natura tributaria e contributiva, negli anni antecedenti alla dichiarazione di fallimento, erano state svuotate di tutti i beni, in favore di altre imprese, sempre riconducibili al medesimo nucleo familiare, gestite direttamente dagli stessi ovvero affidate a prestanome.

L’ODIERNO SEQUESTRO

Le investigazioni delle fiamme gialle del Gruppo di Lamezia Terme, all’esito di specifiche direttive dell’autorità giudiziaria, hanno consentito di individuare ulteriori patrimoni nella titolarità degli indagati da proporre a sequestro per soddisfare quanto disposto dal giudice delle indagini preliminari con la propria ordinanza.

In particolare, si tratta di quattordici terreni, una multiproprietà sita in una località sciistica della provincia di Trento ed un immobile adibito a magazzino commerciale sito nel centro cittadino di Lamezia Terme.