Tragedia a Pordenone, cosentino di 33 anni uccide la moglie
Si è presentato con le mani ancora sporche di sangue Giuseppe Forciniti, 33enne originario di Cosenza che, all’una di questa mattina, ha confessato agli agenti della Questura l’omicidio della moglie, Aurelia Laurenti, uccisa nella notte tra il 25 e il 26 novembre.
L’uomo si era trasferito in Friuli molti anni fa ed era andato a vivere con la compagna a Roveredo in Piano, in provincia di Pordenone, nella casa dove poco dopo la mezzanotte è avvenuta la tragedia.
Il 33enne si è presentato proprio negli uffici della polizia del capoluogo friulano sostenendo di aver avuto una colluttazione con un ladro, sorpreso in casa, e poi di aver avuto una lite con la moglie. Ma le mani sporche di sangue hanno insospettito gli agenti che hanno deciso di eseguire un controllo.
Una volta arrivati sul posto, hanno così trovato la donna senza vita e con diverse ferite al collo presumibilmente da arma da taglio. Il 33enne è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario e l’abitazione è saottoposta a sequestro per ulteriori accertamenti.
Al momento della tragedia i figli della coppia, due bambini di 8 e 3 anni, non erano presenti.
LA LEGALE DI FORCINITI: “RINUNCIO ALL’INCARICO”
La legale assunta per difendere Forciniti, Rossana Rovere, già presidente dell'Ordine degli avvocati della provincia di Pordenone, ha rinunciato all'incarico. La donna, da sempre impegnata nella difesa dei diritti delle donne, è stata chiamata dalla Questura in quanto indicata come avvocato di fiducia da Giuseppe Forciniti.
“Non sono serena, non posso accettare l'incarico - ha fatto sapere Rovere - l'indagato mi conosceva e ha indicato me quando gli è stato chiesto chi dovesse patrocinare la sua difesa, ma non posso accettare l'incarico. In questi minuti si sta procedendo a indicare l'avvocato d'ufficio: io non posso assumere le difese di quest'uomo, dopo una vita e una carriera spese a promuovere la tutela dei diritti delle donne”.
(ultimo aggiornamento 15:36)