Comitato Salute della Piana, Galimi: “Questa sanità penalizza la nostra dignità”
“Da troppi anni denunciamo che il “commissariamento della nostra sanità” ,non avrebbe portato ad alcun risultato utile per la tutela della gente. Non abbiamo mai percepito da parte dei governi, la volontà di andare fino in fondo, di far pagare quanti hanno lucrato sulle spalle dei pazienti ,durante gli anni in questione”. Così dichiara Michele Galimi ,portavoce del Comitato per la Salute della Piana, che aggiunge: “Sembra quasi che l’obiettivo dei poteri romani, fosse quello di penalizzare i calabresi, non nullafacenti e faccendieri, che hanno massacrato la nostra sanità, negandoci i diritti che la stessa legge ci riconosce. Tutto questo diventa drammaticamente vero, solo se si pensa che oggi, con questa pandemia che sta sconvolgendo la nostra vita, si ignora la nostra rabbia e le nostre grida per una sanità giusta, per la piena attuazione anche in Calabria dei LEA. Continuano a mancare medici, infermieri, OS, personale di laboratorio e mezzi diagnostici moderni.”
“Nel nostro Ospedale di riferimento, quello di Polistena, - avanza Galimi - si registra una irresponsabile carenza di organico nella rianimazione, pediatria, psichiatria, radiologia, laboratorio di analisi, nonostante le continue sollecitazioni degli operatori e di una popolazione provata da tanti ritardi. Vogliamo denunciare ancora – prosegue - che oltre al Covid, le altre patologie non si sono fermate. L’abbandono dei poliambulatori e della medicina preventiva, sta procurando morti e danni uguali o superiori a quelli che, nella nostra realtà, sta causando il virus. Ed in questo preoccupante quadro, invece di intervenire tempestivamente per una gestione adeguata dei servizi, per garantire alla nostra popolazione il diritto alla salute ,si privilegiano gli interessi di parte, quelli della ”parrocchia amica”, con rimbalzi di responsabilità degni di una umiliante faccia tosta”.
“La nomina di un Commissario, - chiosa- che oggi serviva per accompagnare la gestione ordinaria, è oggetto di veti e “pesature” di obbedienza, invece di risposte immediate a tanta urgenza. Ma davvero meritiamo tanto dispregio? La nostra pazienza ha già superato il limite di guardia, -conclude Galimi - gli ammalati e le loro famiglie, stanno perdendo ogni fiducia e speranza. Si intervenga subito perché la disperazione di un popolo finirà per dimenticare ogni lotta o protesta di carattere civile.”