Legacoop Calabria al commissario Longo: “Tutelare i più deboli”
Tutelare i più deboli. Ma anche più “correttezza istituzionale, trasparenza, legalità, giustizia e senso di responsabilità”. È quanto chiede Lorenzo Sibio, presidente di Legacoop Calabria e responsabile regionale del settore Legacoop Sociali, al commissario ad acta della sanità Guido Longo.
Sibio si appella dunque “a quel senso di responsabilità che è dovuta nel gestire la cosa pubblica e pagare, come capita a noi cooperatori, a proprie spese se incorriamo in errori di cattiva o mala gestione. Solo cosi forse chi oggi amministra starà molto attento a usare comportamenti omissivi, per lasciare irrisolti problemi ritenuti erroneamente ultimi e meno urgenti”.
Per Sibio “l’insediamento del nuovo commissario ad acta per il piano di rientro in sanità chiude questo capitolo triste della storia della nostra regione” e afferma di sperare “in una nuova pagina, più efficiente e trasparente prima di tutto, nella gestione della sanità in Calabria. E soprattutto, che non venga dimenticato nessuno, soprattutto anziani, minori, disabili: le fasce deboli tutte vanno più che mai tutelati protetti e prima ancora ricordati”.
Fa quindi esempi, come quello della situazione della psichiatria nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria. “Da anni costantemente denunciata e tenuta irrisolta – si legge nella nota di Sibio - Un settore in cui la cooperazione sociale chiede di essere riconosciuta per il lavoro trentennale svolto e per le risposte che riesce a dare ad una domanda di bisogno, quello del disagio psichiatrico, sempre più in crescita che affligge intere famiglie e che l’attuale sistema “commissariale” sta portando allo sfascio e definitiva scomparsa.
“Da anni assistiamo nel campo della salute mentale, ad un ’impoverimento dei servizi, la loro riduzione ed accorpamento, la carenza del personale, tanto da essere messi oggi in coda alla lista delle priorità di salute. Paghiamo oggi noi tutti, utenti , famiglie e cooperatori lo scotto di tante gestioni commissariali comprese quelle dell’Azienda Sanitaria provinciale n. 5, assenti e non prive di responsabilità. Occorre agire immediatamente. Occorre avere il coraggio di fare delle scelte e non lasciare irrisolte le questioni. E’ da irresponsabili sapere che dal 2015 nell’intero territorio dell’azienda sanitaria reggina sono bloccati i ricoveri presso le strutture psichiatriche, strutture che ancora oggi fanno capo alla stessa ASP cui detiene la titolarità sanitaria e che si è costretti ad inviare i ricoveri fuori provincia o regione, scaricando sulle famiglie ulteriori oneri e sacrifici”.