Qualità della vita. Sole 24 Ore: male la Calabria, Crotone la peggiore d’Italia

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Tra contagi, decessi, crisi economiche, lockdown e quarantene come si misura la qualità della vita? La 31esima indagine del Sole 24 Ore sul benessere nei territori, è stata presentata oggi, lunedì 14 dicembre, e parte proprio da questo interrogativo.

L’obiettivo dell’edizione 2020 – che analizza 90 indicatori, per la maggior parte (circa 60) aggiornati al 2020 in base agli ultimi dati disponibili – è raccontare in presa diretta il differente impatto della pandemia da coronavirus sui territori.

L’impostazione della ricerca conferma le sei aree tematiche di analisi che fotografano la complessità della vita nelle province italiane: Ricchezza e consumi; Demografia e salute; Affari e lavoro; Ambiente e servizi; Giustizia e sicurezza; Cultura e tempo libero.

Con una scelta di campo importante: all’interno di queste aree sono stati inseriti 25 indicatori che documentano le principali conseguenze del Covid-19 su salute, attività economiche e vita sociale. Tra questi nuovi parametri, ad esempio, ci sono i casi Covid in rapporto alla popolazione, l’unico indice il cui punteggio è stato pesato maggiormente nella determinazione della classifica finale proprio per testimoniare l’eccezionalità di questi mesi sulla vita quotidiana di tutti gli italiani.

La classifica generale -per questo 2020- premia Bologna. Seguita da Bolzano, Trento, Verona e Trieste. A chiudere la classifica, invece, la provincia di Crotone. Preceduta da: Caltanissetta, Siracusa, Vibo Valentia ed Enna.

Per le cinque province calabresi non va quindi troppo bene. Su 107 posizioni, Crotone è risultata essere la peggiore città d’Italia per qualità della vita. Molto male anche Vibo (104) e Catanzaro (102). Reggio Calabria si trova anche nella parte bassa della classifica, al 95esimo posto. La provincia calabrese dove si vive meglio è, invece Cosenza, all’86esima posizione.

Il Covid-19- secondo quanto riporta il sole 24 ore – infligge un duro colpo al Nord dove “affonda” Milano, vincitrice sia nel 2018 sia nel 2019, che perde 11 posizioni. Le province lombarde hanno segno negativo, in peggioramento rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Sondrio e Mantova.

I bilanci post pandemia sono ancora prematuri. Ma per il momento il Covid, pur colpendo soprattutto i territori che tradizionalmente occupano la parte più alta della graduatoria, non è riuscito a trascinarli sul fondo.

Il Sud - sempre secondo quanto riporta la statistica- resta fermo nella parte bassa della classifica, con i sui problemi di sempre. Le aree metropolitane del Mezzogiorno guadagnano posizioni al capitolo Demografia e salute, proprio perché il virus ha picchiato più duro altrove, ma restano sul fondo nelle altre categorie dove pesano i divari strutturali ereditati dal passato.