La Procura chiude l’inchiesta sull’ex prefetto di Cosenza
La Procura della Repubblica di Cosenza ha chiuso l’inchiesta in cui è indagata Paola Galeone, l’ex prefetto bruzio finita ai domiciliari per induzione alla corruzione. Dunque la Galeone si avvia verso l’udienza preliminare davanti al Gup di Cosenza per rispondere delle accuse contestate dalla magistratura.
È infatti indagata per aver chiesto all’imprenditrice, Cinzia Falcone, presidente dell’associazione “Animed”, di emettere una fattura fittizia per entrare in possesso delle somme residue rimaste nel fondo di rappresentanza della Prefettura. Ed in un bar avrebbe ricevuto 700 euro. (QUI) Una volta ottenuta la libertà, la Galeone è stata interdetta per un anno dai pubblici uffici con divieto di dimora nella città dei Bruzi.
Le indagini, condotte dalla Mobile di Cosenza, sono partite la sera del 23 dicembre del 2019 quando la presidente dell’associazione ha contattato il funzionario di polizia chiedendo udienza. Nel corso dell’incontro, la stessa imprenditrice ha raccontato che il Prefetto le aveva chiesto di emettere una fattura fittizia per poter utilizzare 1200 euro, somma residua e rimasta disponibile nel proprio Fondo di rappresentanza. Le dichiarazioni hanno quindi determinato l’avvio dell’indagine condotta dal pm Giuseppe Visconti e dal procuratore capo, Mario Spagnuolo.