Chiese denaro ad una imprenditrice: condannato l’ex prefetto di Cosenza
Istigazione alla corruzione: questo il reato contestato all'ex prefetto di Cosenza, Paola Galeone, condannata quest'oggi in primo grado a 3 anni di reclusione dopo diversi mesi già trascorsi ai domiciliari.
Una vicenda che fece scalpore, quella della presunta tangente recuperata proprio dall'ex funzionaria statale in un bar di Rende, senza sapere di essere sotto il controllo delle forze dell'ordine.
Secondo quanto ricostruito in fase processuale, nel 2019, al margine di un convegno, l'ex prefetto avvicinò un'imprenditrice - Cinzia Falcone, presidente di Animed - chiedendole una falsa fattura da 1.200 euro per potersi così garantire una parte del fondo di rappresentanza istituito dalla stessa Prefettura. L'imprenditrice raccontò il tutto alle forze dell'ordine, e si presentò ad un successivo appuntamento sotto sorveglianza.
Oltre ad aver registrato la conversazione tramite un microfono nascosto, l'ex prefetto è stato fermato subito fuori un bar di Rende con una vera e propria mazzetta di banconote nella borsa, dichiarando che era stata l'imprenditrice ad "infilarle".
Inizialmente erano stati richiesti 6 anni, successivamente ridotti per via delle attenuanti generiche, dell'incensuratezza e dell corretta condotta processuale.