Serrata per il Sant’Anna Hospital: protestano i dipendenti
Protestano i dipendenti della clinica "Sant'Anna Hospital" di Catanzaro, eccellenza nella cura delle patologie cardiovascolari.
Tutti gli operatori della struttura hanno avviato da questa mattina una protesta contro la paventata chiusura della clinica e la conseguente perdita di circa trecento posti di lavoro.
Il sit-in è stato innescato davanti alla Prefettura sotto l’unanime coro dei protestanti che urlano: "Un'eccellenza non si tocca".
Secondo quanto riferito dal management del Sant’Anna, nei giorni scorsi l’Asp di Catanzaro ha comunicato che la clinica catanzarese non può più erogare prestazioni a carico del Servizio sanitario regionale per il mancato rinnovo dell’accreditamento.
L’obiettivo della manifestazione di protesta di questa mattina, a cui seguirà una conferenza stampa del Cda del Sant’Anna, è quello di sensibilizzare tutte le istituzioni competenti a evitare la chiusura. I manifestanti sono “spalleggiati” anche da associazioni, movimenti di Catanzaro, e dall’Usb.
“Una struttura che si è fatta le ossa con personale altamente qualificato a cui si rivolgono i cittadini del meridione, al posto di una migrazione da spavento: 330 milioni di euro pagati alla sanità del nord del paese. Le istituzioni nemmeno un accenno al mantenimento occupazione di questi lavoratori e mantenimento della struttura cardiochirurgica, dal commissario regionale a cui già abbiamo dato il primo stipendio mensile, senza vedere nemmeno uno straccio di documento su come si organizza la sanità calabrese, di male in peggio; l’unica cosa che ha saputo fare: convocare i sindacati di stato e continuare nello smantellamento decennale della sanità con la loro complicità”, denunciano in una nota dall’Usb.
Problemi avanzati oggi dalla USB per “mantenere i livelli occupazionali e di cura in questa regione in un periodo come quello attuale, non possono essere quelli di chiusure o passaggi di ammalati a nuovi “prenditori” della sanità privata, ma semai in questa fase una gestione controllata per ridare ai calabresi l’eccellenza di cardiologia che negli anni si sono costruiti.”
L’USB afferma che “non si arrende, alla burocrazia dei commissari” e precisa “continueremo la nostra battaglia per salvare i lavoratori dal baratro della migrazione per un posto di lavoro e dalla disoccupazione, oltre ad avere un sistema efficiente come la cardiologia per curaci.” L’USB fa sapere di aver chiesto anche l’intervento del Governo.
In giornata, secondo quanto annunciato ieri dal sindaco Sergio Abramo, è in programma un incontro con il commissario ad acta della sanità calabrese, Guido Longo, e il presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, per affrontare la questione.